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Hater attacca PizzAut, la pizzeria dei ragazzi autistici: “Non dovrebbero mettere le mani in cucina”

“Non verrò mai da voi perché gli autistici non dovrebbero mettere le mani in cucina nei piatti in preparazione”: è una delle frasi scritte da una signora nei confronti dei ragazzi di PizzAut, la prima pizzeria d’Italia gestita da persone con autismo. A voler postare quanto scritto è stato il fondatore del progetto, Nicola Acampora: “Il 15 giugno 2021 si scrivono e si leggono ancora queste bestialità”, afferma il presidente.
A cura di Ilaria Quattrone
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"Ci sono pochi laureati in medicina genetica altrimenti avrebbero tutti paura a mangiare cibi preparati da autistici": è solo una delle frasi rivolte da una donna al fondatore di PizzAut, la prima pizzeria gestita da ragazzi autistici che ha aperto l'1 maggio a Cassina de' Pecchi, in provincia di Milano. Un attacco che Nicola Acampora, ideatore del progetto, ha voluto condividere.

Il presidente: Ancora oggi si leggono queste bestialità

"Non verrò mai da voi perché gli autistici non dovrebbero mettere le mani in cucina nei piatti in preparazione": continua la signora che definisce Acampora come "un untore" e che invita "a imparare la medicina" perché in questo modo "sta solo facendo del male alle persone". Parole che lasciano sgomenti e con l'amaro in bocca: "Il 15 giugno 2021 si scrivono e si leggono ancora queste bestialità", afferma il presidente che è anche padre di un ragazzo autistico. L'obiettivo della pubblicazione del post non è quello di insultare la donna che, come spiegato da Acampora, bisogna non offendere e lasciar perdere ma è per il contenuto del commento: "Chiederei infatti a chi è titolato di spiegare a tutti noi se i ragazzi autistici producono, imparando a essere autonomi e quindi cucinando, dai pericolosi virus o altri agenti patogeni pericolosi per l'altrui salute".

Il ristorante PizzAut di Cassina de' Pecchi

Fortunatamente sono stati anche tanti i commenti a sostegno di PizzAut: il progetto, nei mesi scorsi, ha fatto il giro d'Italia. I ragazzi, prima ancora di poter vedere il loro sogno realizzato, hanno cucinato e preparato pizze per centinaia di persone a bordo del loro food-truck. Poi finalmente l'1 maggio hanno potuto aprire il ristorante: un'apertura che era stata tanto attesa e che, a causa della pandemia da Coronavirus, è stata rinviata. Un vero e proprio successo che molti sindaci vorrebbero replicare nelle loro città.

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