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Opinioni

Fontana sarà pure stato assolto, ma la gestione della pandemia è un disastro: ora lo dice la Corte dei conti

La corte dei conti bacchetta la Regione Lombardia sull’utilizzo dei fondi messi a disposizione dopo il Covid. È l’ennesima riprova di una gestione fallimentare della pandemia, a prescindere dalle vicende giudiziarie.
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Attilio Fontana non è stato prosciolto (per quanto ora la Procura abbia presentato ricorso) soltanto dal famigerato caso camici, quello in cui era imputato per aver acquistato i dispositivi di protezione da un'azienda della sua stessa famiglia.

In qualche modo le eventuali responsabilità della Regione Lombardia sulla gestione della pandemia sono state annullate, agli occhi dell'opinione pubblica, anche dalla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura per i fatti del Pio Albergo Trivulzio. In quel procedimento il governatore non era coinvolto, ma la struttura sanitaria dipende direttamente dal Pirellone.

Ugualmente la Commissione Covid istituita presso il Consiglio regionale ha, di fatto, rigettato ogni responsabilità di Fontana e della sua giunta, perfino sulla mancata  ad Alzano e Sembro. Ma lì era una partita senza avversari, visto che alla fine è stata approvata unicamente la relazione della maggioranza. Quella che sostiene Fontana.

Insomma il governatore leghista è stato "assolto" da più parti. Ma la sua gestione della pandemia resta infinitamente disastrosa. Non lo dicono solo le evidenti conseguenze: dal numero dei contagiati a quello dei morti. Lo dimostra anche il fallimentare sistema di prenotazione delle vaccinazioni prima che la Regione fosse obbligata a mettere da parte la piattaforma realizzata dalla società partecipata Area per adottare quella di Posta Italiane, che già usavano in tutto il resto d'Italia.

Le relazione della Corte dei Conti

Ora a dire che la Regione Lombardia non ha saputo neanche gestire i fondi messi a disposizione in conseguenza al Covid è la Corte dei conti. E lo mette nero su bianco nella relazione sul rendiconto generale del Pirellone.

A fronte, infatti, di un allargamento delle entrate, la corte rileva "non soddisfacenti livelli di realizzazione della spesa finanziata con i fondi finalizzati Covid". Insomma i fondi a disposizione sono aumentati, anche in virtù della pandemia, ma non la capacità di spenderli.

A essere contestata alla giunta Fontana è quindi la capacità di organizzazione la spesa e l'incredibile lentezza nel farlo. Il tutto, ovviamente, a danno dei cittadini, che vedono diminuito il loro diritto di accedere alle prestazioni del servizio sanitario.

In particolare la Corte dei contenti rileva: "il peggioramento della capacità di pagamento", passato dal 5,9% del 2020 all' 1,6% del 2021, "la modesta percentuale di realizzazione della spesa finanziata con risorse accantonate" (20%) e con risorse aggiuntive (17%) rispetto a quelle fornite dallo Stato e la "lentezza degli investimenti".

Dall'altra parte, però, "risulta confermato – si legge nella relazione – che la Regione utilizza i fondi sanitari per coprire il rischio di azioni legali connesse alla gestione sanitaria". E, a pensar male, si potrebbe dedurre che qualcuno abbia la coda di paglia.

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Giornalista dal 2012, attualmente sono capo area Milano a Fanpage.it. Già direttore responsabile di Notizie.it, lavoro nell'editoria digitale dal 2009. Docente e coordinatore dell'Executive Master in Digital Journalism dell'Università Umanitaria. Autore di tre libri inchiesta sulla criminalità organizzata. Nel 2019 ho vinto il "Premio Europeo di Giornalismo Giudiziario e Investigativo".
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