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Ex calciatore indagato per aver diffuso video hot di una 40enne: fissata l’udienza preliminare

Avevano diffuso foto e video intimi di una dottoressa bresciana di 40 anni: a dare inizio a questa vicenda era stato l’ex fidanzato. I filmati avevano fatto il giro del web arrivando fino in America. Per il caso sono state iscritte dieci persone al registro degli indagati. Tra loro, oltre l’ex compagno, anche un ex calciatore, la figlia di un ex allenatore, un agente della polizia locale e un addetto alla sicurezza. Il 17 novembre si svolgerà l’udienza preliminare.
A cura di Ilaria Quattrone
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

È stata fissata per il prossimo 17 novembre l'udienza preliminare per il caso della dottoressa di Brescia le cui foto e video intimi sono stati diffusi su internet da settembre 2017 e fino a febbraio 2020. Dieci persone sono state iscritte nel registro degli indagati. Il sostituto procuratore Benedetta Callea ha chiesto per tutti il rinvio a giudizio. Tra loro ci sono un ex calciatore, la figlia di un ex allenatore, un agendo di polizia locale, un addetto alla sicurezza e l'ex fidanzato della vittima che avrebbe dato inizio alla diffusione.

I video sono arrivati fino in America

Tutti loro sono accusati di "revenge porn" e cioè di aver diffuso illecitamente immagini o filmati dai contenuti esplicitamente a sfondo sessuale senza il consenso della persona ritratta. L'ex compagno dovrà anche rispondere di diffamazione considerato che, secondo il pm, avrebbe "recato nocumento" alla parte offesa. Per colpa di questa triste storia, la dottoressa ha infatti perso il posto di lavoro. Oltre ai filmati, che hanno fatto il giro del web arrivando in gran parte d'Italia e fino in America, erano stati diffusi anche altri dati personali e sensibili.

In caso di condanna si rischia la reclusione fino a sei anni

Stando a quanto riportato dal quotidiano "Il Corriere della Sera", alla figlia dell'ex allenatore è poi contestata l'accusa di sostituzione di persona perché, secondo le indagini, avrebbe creato un account di posta elettronica per inoltrare il video della dottoressa. Quando era stata chiusa l'inchiesta, alcuni di loro avevano chiesto di poter essere interrogati mentre altri avevano spiegato, in una memoria difensiva, di non sapere chi fosse la protagonista del materiale. In caso di condanna, tutti e dieci potrebbero rischiare la reclusione fino a sei anni e una multa fino a quindicimila euro.

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