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Elezioni comunali Milano 2021

Elezioni Milano, Giorgio Goggi candidato sindaco dei socialisti: “Su mobilità città ferma al 2006”

Giorgio Goggi è il candidato sindaco socialista alle prossime elezioni comunali di Milano. Architetto ed ex assessore ai Trasporti nella giunta Albertini, ritiene il nodo della mobilità centrale nel suo programma. Parcheggi d’interscambio, secondo passante e riapertura dei Navigli sono alcune delle soluzioni proposte.
A cura di Simona Buscaglia
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Giorgio Goggi (Fonte Facebook)
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Architetto, professore d’Urbanistica al Politecnico ed ex assessore ai Trasporti nella giunta Albertini. Da questo curriculum, Giorgio Goggi, candidato con i socialisti alle prossime elezioni comunali di Milano 2021 non poteva che trovare nel tema della mobilità e della pianificazione del territorio uno dei nodi centrali del suo programma politico per la città. Una candidatura solitaria perché, come spiega in un’intervista a Fanpage.it, “Noi siamo di sinistra, ma siamo ben diversi dalla sinistra di Sala. Quando e se si avrà un ballottaggio vedremo. Se verranno accolte le nostre richieste potremmo anche fare accordi ma non è detto”.

Goggi: “Sulla mobilità Milano ferma al 2006”

In merito alla mobilità cittadina, per Goggi sono stati fatti pochi passi in avanti negli ultimi anni: "Mi sembra che Milano sia ferma a quello che si è fatto fino al 2006 – ha spiegato – Nel periodo in cui ero assessore ai Trasporti nella giunta Albertini avevamo progettato e messo a gara sia la M5 che la M4. Avevamo progettato il secondo passante ferroviario, che io considero ancora strategico perché renderebbe la Lombardia tutta urbana, ed invece è stato tolto dai programmi. Inoltre non sono più stati costruiti parcheggi d’interscambio che sono fondamentali, si diminuirebbe davvero l’uso delle auto a Milano, l’inquinamento e la gente potrebbe muoversi più tranquillamente coi mezzi pubblici. Le Ferrovie dello Stato in tutta la Lombardia hanno solo duemila posti macchina alle loro stazioni eppure il passante trasporta 330mila persone quindi è una cosa un po’ ridicola. La M6 poi non si è mai iniziato a progettarla”. In compenso sono state fatte le piste ciclabili "che però non seguono l'esempio di altre città. Le norme internazionali prevedono che le piste ciclabili debbano passare dalle zone 30 e non sulle grandi arterie altrimenti s’instaura una specie di lotta tra ciclisti e automobilisti. Le piste ciclabili vanno fatte ma in sicurezza".

Il candidato socialista: "Sala continua a copiare Parigi, ma Milano non è Parigi"

"Il sindaco Sala continua a copiare Parigi ma Milano non è Parigi – ha affermato Goggi – l’espansione dei dehors è stata fatta prima a Parigi, così come l’idea della città in 15 minuti, la forestazione urbana, e le piste ciclabili dove però almeno i francesi hanno messo dei new jersey per metterle in sicurezze rispetto alla strada dove passano le auto, cosa che qui non è stata fatta". Il candidato socialista è critico anche sull’Area C: "Milano non è una città di fanatici dell’automobile, tutte le volte che si apre una metropolitana viene subito utilizzata molto. Area B e C sono fatte per evitare l’inquinamento, ma se si ragionasse diversamente sul centro di Milano, se si riaprissero i Navigli e si facesse una progettazione ecologica forse Area C non sarebbe nemmeno necessaria, basterebbe fare qualche parcheggio in più". Per l’ex assessore comunale ai Trasporti gli incentivi alle auto elettriche rischiano, con l'attuale organizzazione urbana, di acuire ulteriormente lo scontro tra le diverse classi sociali: "Quello che a me preoccupa è che si vada a dare una grande spinta alle auto elettriche senza sapere quanti milanesi potranno permettersele davvero. Questi mezzi hanno bisogno di un luogo dove ricaricarla ma in strada entro il 2020 erano previste solo 1800 colonnine rispetto alle 700mila macchine che stanno a Milano quindi chi ha un box o un cortile potrà avere le auto elettriche e gli altri no. Avremo due classi di automobilisti quelli che potranno andare dappertutto e quelli che non potranno farlo".

Goggi: "La transizione ecologica va fatta ma non contro la gente"

Sul tema della transizione ecologica, al centro di una grossa fetta dei fondi del Recovery Plan, Goggi ha aggiunto che “va fatta ma non contro la gente, soprattutto quella con meno risorse. Se si fossero progettate le cose che erano già nei piani dal 2006 in poi, come il secondo passante, che metterebbe tutta la Lombardia nelle condizioni di arrivare nel centro di Milano in treno, e una parte della M6, con il Recovery Plan si sarebbero potute realizzare. Questo non è stato fatto”.

Il nodo dell'edilizia popolare: "Basta grattacieli, serve costruire per la classe media"

Per il candidato sindaco dei socialisti a Milano inoltre serve una nuova edilizia per la classe media: "L’attuale gestione del Comune è troppo sbilanciata sull’immobiliare, si sta costruendo troppo, troppi grattacieli, e soprattutto si sta costruendo troppa edilizia di lusso mentre quella sociale e popolare è trascurata – ha precisato Goggi – oggi quando si fanno dei nuovi interventi si mette solo una piccola percentuale dedicata all’edilizia sociale che non copre assolutamente il fabbisogno. La camera di Commercio ha evidenziato come il costo medio di un metro quadro a Milano è 5.710 euro che è una cifra enorme, che si articola ovviamente rispetto ai diversi quartieri ma anche in quelli più periferici, come ad esempio a Gorla, si pagano più di tremila euro al metro quadro. Questo vuol dire che le classi medie che non hanno grandi risorse non possono acquistare una casa. Anche gli affitti sono diventati molto più cari e molte famiglie ultimamente hanno lasciato Milano e sono andate a vivere fuori città. È necessario costruire edilizia per le classi medie”.

Sul nodo dello stadio a San Siro, Goggi sostiene che basti riqualificarlo: “Penso che San Siro debba rimanere una grande isola verde per Milano – ha spiegato – Lo stadio è possibile riqualificarlo, se il terzo anello non serve lo si può trasformare in albergo, in ristorante o in altri servizi, ci sono già dei progetti in questo senso, spendendo molto meno rispetto a demolire e rifarlo da zero”.

"Il rischio che corre Milano è di diventare una città poco inclusiva"

Per Goggi il rischio più grande che sta correndo Milano, e la maggiore critica che rivolge alla giunta Sala è quella di portare la città ad essere "una realtà staccata dalla sua area urbana, che cresce da sola e non con i 5 milioni di abitanti che le stanno intorno, che sono quelli che la rendono ricca. Questo è pericoloso perché la renderebbe poco inclusiva, a dispetto di quello che invece è sempre stata. Diventerebbe una città che sfrutta le sue risorse a vantaggio di pochi. Alla giunta Sala dico inoltre che la città non viene amministrata: i vigili non esistono, la movida è incontrollata, alle lettere dei cittadini non si risponde mai, non c’è una pulizia della città, e in una città come Milano non è mai successo e non deve succedere".

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