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Elezioni comunali Milano 2021

Elezioni Milano, attivista rom e sinti Dijana Pavlović si candida con Sala: al centro l’integrazione

Nelle liste del Pd alle prossime elezioni amministrative a Milano c’è anche Dijana Pavlović, attrice e attivista per i diritti civili, in primis di rom e sinti. Il suo contributo punta su integrazione e pari opportunità, con un occhio di riguardo al tema delle periferie dove è in atto “una vera emergenza abitativa”. Sul tema della sicurezza poi ha precisato: “Le destre lo banalizzano”
A cura di Simona Buscaglia
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Dijana Pavlović, attrice e attivista per i diritti civili
Dijana Pavlović, attrice e attivista per i diritti civili
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Integrazione, pari opportunità e legalità. Su queste tre parole chiave si basa il programma politico di Dijana Pavlović, attrice e attivista per i diritti civili, in primo luogo quelli di rom e sinti, che oggi annuncerà il suo impegno nelle prossime elezioni amministrative di Milano, nella lista del Partito Democratico per il Consiglio comunale.

“Porterò la mia esperienza maturata in questi anni a livello nazionale e internazionale per il pieno riconoscimento culturale dei rom e sinti ma soprattutto per la lotta alle disuguaglianze sociale e per la piena e consapevole integrazione – ha dichiarato in un’intervista a Fanpage.it – ma anche per le pari opportunità, che ritengo siano la chiave dello sviluppo”.

"Non esiste un problema Rom a Milano"

Pavlović ha specificato subito che non esiste un problema Rom a Milano: "Per quanto riguarda rom e sinti stiamo parlando a Milano di 2500 persone, è un numero ridicolo, si capisce subito che il problema non è sui rom, lo smentiamo con i numeri, ma è più grande, sulle periferie in generale. Soprattutto dopo il Covid molte persone che erano già in una situazione di fragilità hanno perso la casa. Esiste un bisogno abitativo forte al quale bisogna rispondere con una stagione nuova di impegno pubblico". Per fronteggiare questo nodo cruciale e risolvere il problema delle periferie si dovrebbero utilizzare le risorse del Recovery Plan: "che devono in parte andare per l’edilizia pubblica, che possano soddisfare i bisogno non dei 2500 rom di Milano, sarebbe troppo facile, ma di tutti i milanesi che hanno bisogno, tra cui anche i rom" ha aggiunto l'attivista.

"C'è una banalizzazione del problema della sicurezza, non si può punire la povertà"

Secondo Dijana Pavlović la dialettica della destra ha in questi anni messo in atto una vera e propria "banalizzazione del tema della sicurezza, intendendola semplicemente come una questione di ordine pubblico. Per me non esiste una sola sicurezza ma ce ne sono tante. C'è quella della persona, che bisogna garantire, quella sociale, ambientale, del lavoro e sono tutte legate. Se ne cade una cadono tutte le altre. Come si può immaginare di garantire la sicurezza alla persona in un contesto ambientale completamente degradato e abbandonato? Sto parlando non solo dei campi irregolari, ma di via Gola, ad esempio, e di altri punti in città. Come si può pensare all’incolumità delle persone in un contesto in cui i diritti non sono accessibili?". La candidata tocca anche il delicato tema delle occupazioni delle case: "Quando parlo di sicurezza sociale parlo del fatto che dove c’è la disperazione, come nel caso delle occupazioni delle case, c’è una condizione di tale fragilità che è quella dove poi attecchisce la criminalità. Non si può affrontare il problema solo dal punto di vista di punizione della povertà, senza prospettiva di emancipazione e miglioramento. Senza queste non si potrà mai garantire in modo stabile la sicurezza, puoi mettere tutte le telecamere e le volanti che vuoi".

Le proposte sul tavolo: inquadramento fiscale del lavoro, inclusione dei giovani e accesso alla residenza

L'integrazione sociale passa per il lavoro, che deve essere reso possibile facendo emergere il sommerso ma dando anche il giusto inquadramento fiscale: "Quando si mettono i fragili nelle condizioni di avere un lavoro, quando sono integrati nel tessuto sociale diventano una risorsa per il paese" ha ribadito Dijana Pavlović. "Pensiamo ai giostrai e ai lavoratori dello spettacolo viaggiante: con il Covid-19 hanno di fatto ricominciato a lavorare adesso dopo due stagioni. Ci sono circa 40 mila persone in Italia che vivono di questo lavoro ma mancano una serie di condizioni che da una parte dipendono dall’inquadramento fiscale. Non esiste ad esempio un codice Ateco apposta per questo lavoro, e sono pensati come commercianti, nonostante siano stagionali". I rom e sinti sono anche operatori dell'usato: "Lo è il 40 per cento di queste famiglie – ha raccontato la candidata – Svuotano le cantine, restaurano gli oggetti che altrimenti verrebbero buttati, per poi rivenderli nei mercati, che andrebbero regolamentati. Sono 100 mila gli operatori in Italia e molti di loro sono lavoratori informali, bisogna fare in modo che diventino formali. Molti provano ad aprire la partita Iva ma non è adatta alla loro condizione".

Infine, le nuove generazioni: "Serve una vera inclusione dei giovani rom e sinti nel mercato del lavoro, che spesso è impedito anche quando hanno un titolo di studio proprio perché riconosciuti come rom" ha affermato l'attivista, che ha ricordato l'importanza di "agire sull’accesso alla residenza di cittadini comunitari di immigrazione più recente – ha concluso – si può intervenire dal punto di vista amministrativo dando così accesso al lavoro, alla scuola, ai servizi, e alle liste per l’accesso alla casa. Cambia la vita".

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