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Dà il sonnifero al figlio di 10 anni per andare a lavorare: mamma 46enne condannata a Varese

Una donna di 46 anni, madre di un bambino di 10, è stata condannata dal tribunale di Varese per abbandono di minore, lesioni personali e maltrattamenti in famiglia. La donna, una badante straniera, avrebbe somministrato del sonnifero al figlio durante il giorno per poter uscire di casa e andare a lavorare. “Lo ha fatto perché era da sola e non sapeva a chi affidarlo quando non andava a scuola”, ha detto il suo avvocato a Fanpage.it, preannunciando ricorso. Intanto il bimbo è stato affidato a una comunità per minori.
A cura di Francesco Loiacono
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(Immagine di archivio Getty images)
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Una donna di 46 anni residente nella provincia di Varese è stata condannata in primo grado per abbandono di minore, lesioni personali e maltrattamenti in famiglia. La presunta vittima delle sue condotte è il figlio, un bambino di 10 anni. A riportare la delicata vicenda, destinata ad andare avanti anche negli altri gradi di giudizio, è il quotidiano locale "La Prealpina". Il tribunale di Varese ha inflitto alla donna, una ex badante straniera, una condanna a tre anni: le viene contestato di aver somministrato in più occasioni del sonnifero al figlio, in maniera da poter uscire di casa e andare a lavorare.

A scoprire la vicenda era stata lo scorso marzo la polizia locale del paese in cui la donna e il figlio vivevano: dopo una segnalazione di Telefono azzurro gli agenti si erano presentati in casa e avevano trovato il bimbo in uno stato di semi incoscienza dovuto, come poi avevano accertato i medici, all'assunzione di psicofarmaci. La donna aveva poi spiegato che somministrava il sonnifero al figlio per farlo dormire mentre lei andava fuori a lavorare.

Il figlio è stato affidato a una comunità per minori

"Si tratta di una vicenda complessa, e che secondo noi andava trattata più dal punto di vista delle capacità genitoriali – spiega a Fanpage.it l'avvocato Luca Carignola, che difende l'imputata -. La somministrazione del sonnifero avveniva in alcune circostanze, di giorno, quando il figlio non andava a scuola. La mia assistita non aveva nessuno in Italia e non aveva trovato aiuto: non sapendo a chi lasciare il bambino preferiva, per evitare guai peggiori, che rimanesse a dormire in casa". L'avvocato ha già annunciato l'intenzione di presentare ricorso. Nel frattempo il caso è anche al vaglio del Tribunale per i minorenni, che deciderà se togliere il figlio alla madre. Il bimbo, che quando era stato visto dalla polizia appariva malnutrito e sporco, era stato subito affidato a una comunità per minori, dove si trova tuttora.

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