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Custode vende un appartamento non suo 14 volte, ad alcune vittime aveva confessato la truffa

Mario Frigerio è stato arrestato per aver venduto lo stesso appartamento in viale Vittorio Veneto a Milano, non suo, 14 volte. Alle sue vittime, che si fidavano di lui, il 59enne avrebbe chiesto anche prestiti dicendo che erano per sua figlia o perché aveva scoperto di essere malato. A una di loro ha anche confessato la truffa ai suoi danni, promettendo che gli avrebbe dato indietro i soldi.
A cura di Enrico Spaccini
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L'entrata della Casa della Fontana in viale Vittorio Veneto a Milano
L'entrata della Casa della Fontana in viale Vittorio Veneto a Milano

In poco più di un anno e mezzo, Mario Frigerio ha intascato circa 180mila euro tra prestiti e caparre per la vendita di immobili che, in realtà, non gli appartenevano. Il 59enne, che ha lavorato per dieci anni come custode della storica Casa della Fontana in viale Vittorio Veneto a Milano, faceva credere di essere stato incaricato dai veri proprietari di trovare un acquirente. "Era un perfetto gentiluomo", hanno raccontato alcuni condomini, "ce lo invidiavano tutti". Godendo della loro fiducia, era solito chiedere loro anche prestiti di qualche migliaia di euro: "Giocava su una presunta malattia, parlava della comparsa di un tumore", mentre ad alcune vittime avrebbe confessato la truffa dicendo che ne aveva "bisogno" e che gli avrebbe "dato indietro i soldi".

I sospetti della proprietaria del box

La prima denuncia nei confronti di Frigerio risale allo scorso febbraio ed è stata presentata dalla proprietaria del box che Frigerio avrebbe cercato di vendere 14 volte insieme a un altro appartamento. A Pomeriggio Cinque ha parlato la sua segretaria personale, visto che lei si trova spesso a Los Angeles per motivi di studio: "Il mio datore di lavoro aveva ricevuto un messaggio su Facebook da un ragazzo che chiedeva informazioni perché doveva parlare della vendita di un box", ha detto la segretaria, "ha girato a me quel messaggio trovandolo un po' strano, visto che quel box non è mai stato in vendita, e mi ha chiesto di indagare".

Così ha domandato ad altri condomini se sapessero qualcosa in merito, per poi sporgere denuncia. "Poco prima Mario mi aveva chiesto soldi in modo un po' strano", ha raccontato un altro condomino: "Diceva che sua figlia aveva problemi e che la madre non le dava soldi". Tutto, però, è cambiato quando la segretaria della proprietaria del box gli ha domandato se lui sapeva qualcosa di quella vendita: "Quando mi ha raccontato la gravità della cosa, ho iniziato a parlare con gli altri condomini ed è venuto fuori di tutto".

Il racconto di una vittima del raggiro

Una delle 14 vittime ha raccontato alla trasmissione Pomeriggio Cinque come è avvenuto il raggiro nei suoi confronti. In un primo momento, Frigerio avrebbe approcciato quell'uomo chiedendogli se fosse interessato a un box: "Diceva che era un affare molto allettante e che non si doveva far sapere in giro". Alla sua vittima diceva di avere un mandato dalla proprietaria, che puntualmente mostrava, e di avere le chiavi dell'immobile. "Gli ho detto che poteva interessarmi", ha continuato l'uomo, "e mi ha risposto che gli serviva un primo trasferimento da 5mila euro".

Effettuato il bonifico, come poi emerso finito nel conto corrente del 59enne, il presunto venditore cercava di prendere tempo sul rogito dal notaio. Passati diversi mesi, ancora non si era mosso nulla. Anzi, quando la vittima gli chiede spiegazioni in merito, lui le parla dell'appartamento.

"Diceva che era una roba un po' segreta, a un prezzo speciale", ricorda l'uomo, "ma quando mi dice il prezzo, di 240mila euro, ho pensato che c'era qualcosa di strano". Come ha sottolineato anche il gip Guido Salvini, i prezzi che Frigerio proponeva alle sue vittime erano chiaramente fuori mercato, ma loro si fidavano al punto di lui da credergli lo stesso. "Ci sono cascato ancora", ammette l'uomo, "contando ancora sulla sua buona fede, ho versato altri 5mila euro".

La confessione a una vittima e i 180mila euro intascati

Dopo la denuncia di febbraio, sono scattate le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Maura Ripamonti. Il 59enne in alcuni casi aveva anche ammesso la truffa alle sue vittime. "Mi ha detto ‘lo ammetto, ho fatto una truffa'. Quindi lui ha confessato dicendo di averlo fatto perché ne aveva bisogno, rassicurandomi che mi avrebbe dato indietro i soldi e che era solo questione di tempo", conclude l'uomo.

Arrestato, Frigerio ha confessato al gip Salvini di aver usato parte dei 180mila euro intascati per giocare nei casinò di Montecarlo. Altri, invece, li avrebbe usati per comprare vestiti in negozi di lusso nel centro di Milano e altri ancora li avrebbe girati alla sua compagna.

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