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Come ha fatto il custode della Casa della Fontana di Milano a vendere 14 volte un appartamento non suo

Mario Frigerio ha lavorato per anni come portiere della Casa della Fontana di Milano. Il 60enne si era guadagnato la fiducia dei condomini, i quali non hanno sospettato di nulla quando gli ha proposto l’acquisto di uno degli appartamenti. Nonostante i documenti che era in grado di fornire alla vittime, non era lui il proprietario di quell’immobile che, anzi, era all’oscuro di ciò che stava accadendo.
A cura di Enrico Spaccini
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Casa della Fontana (foto da Facebook)
Casa della Fontana (foto da Facebook)

Per 14 volte Mario Frigerio, portiere della storica Casa della Fontana a pochi passi da piazza della Repubblica a Milano, ha venduto un appartamento e un box all'insaputa dei proprietari. In poco più di un anno e mezzo, il 60enne ha intascato 180mila euro tra caparre, intermediazioni e mance da ristoratori famosi, professionisti, un giornalista e un nobile milanese. Tutte persone attirate dalla prospettiva dell'affare che, fidandosi di Frigerio, hanno abbassato le difese credendo a tutto ciò che diceva loro.

La storia di Frigerio e il lavoro come portiere

Una decina di anni fa Frigerio era apparso in televisione come ospite del Maurizio Costanzo Show. Durante il programma ha raccontato la storia della sua vita, spiegando di essersi laureato in Giurisprudenza in Italia e di aver lavorato per 12 anni negli Usa. Poi, però, nel 2011 ha perso il lavoro ed è stato costretto a tornare a casa e "rimboccarsi le maniche".

Quella breve apparizione gli aveva fatto acquisire una certa notorietà e lo ha aiutato a ottenere il lavoro nel palazzo di viale Vittorio Veneto. Per circa 10 anni ha ricoperto il ruolo di portiere presso la Casa della Fontana, guadagnandosi la fiducia dei residenti.

Come si svolgeva la truffa

Frigerio godeva della stima dei condomini, al punto che alcuni di loro gli avevano affidato le chiavi di casa di riserva in caso di emergenze. Tra queste, c'erano quelle che aprivano il portone dell'appartamento di un manager di un importante brand della moda, sempre in giro per lavoro, e la proprietaria di un garage, che però vive negli Usa.

Approfittando della loro assenza, il 60enne aveva messo in giro la voce che volevano vendere le loro proprietà. Proprio per la fiducia di cui godeva, nessuno dei condomini ai quali Frigerio proponeva l'affare si era stupito che avevano incaricato proprio lui a gestire la vendita.

Alle vittime, tutte già residenti in quel palazzo tranne una, mostrava documenti che sembravano veri, come il rogito intestato al proprietario, e le accompagnava a visitare gli immobili. Dopodiché chiedeva un bonifico sul proprio conto, dai 5mila ai 30mila euro, come caparra o come "diritto di prelazione".

"Prezzi fuori mercato"

Sembrava tutto così vero e lui così credibile, che i prezzi proposti non sembravano tanto assurdi per quanto, scrive il gip Guido Salvini, "fuori mercato da essere poco credibili". Per l'appartamento da 65 metri quadrati Frigerio chiedeva 248mila euro, quando il valore reale si attesta intorno ai 400mila euro. Per il box da 17 metri quadrati, invece, il prezzo era di 22mila euro, anche se considerata la zona varrebbe almeno il doppio.

Come ricostruito dalla pm Maura Ripamonti, il 60enne suggeriva alle vittime di tenere segreto quell'affare, per non farselo soffiare. Quando, però, si avvicinava la data del rogito, inventava scuse per rimandare l'appuntamento dal notaio.

La truffa sarebbe andata avanti per più di un anno e mezzo, fino a quando Frigerio è stato arrestato. A denunciare per primo è stato il proprietario dell'appartamento, quando ha intercettato la voce secondo la quale il suo immobile era in vendita. Dei 180mila euro intascati, 80mila li avrebbe regalati all'amante. Gli inquirenti si aspettano che Frigerio dica dove sono gli altri 100mila, anche se molti potrebbe averne già spesi in negozi di lusso dove si presentava fingendosi un avvocato facoltoso.

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