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Chi sono Rocco, Donata e il figlio Giovanni: la famiglia di Monza rapita in Mali

Rocco Langone e la moglie Donata avevano lasciato la loro casa in Brianza per raggiungere il figlio Giovanni in Mali: sono loro i tre italiani rapiti in Africa giovedì sera.
A cura di Giorgia Venturini
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Avevano deciso di lasciare la loro casa a Triuggio, in provincia di Monza e raggiungere il figlio Giovanni, 42 anni, in Mali, in Africa, con il sogno di fondare una comunità di Testimoni di Geova. Qui però Rocco, Donata e il figlio sono stati rapiti nella serata di giovedì 19 maggio: dalle prime informazioni sarebbero stati portati via da uomini armati. Secondo alcune fonti, gli inquirenti locali starebbero dando la caccia a una Toyota usata. Una volta confermata la notizia la Farnesina si è subito attivata. Ora anche tutta la provincia di Monza e Brianza è in agitazione e teme per le sorti della famiglia.

Dalla Brianza all'Africa per raggiungere il figlio

Il primo a lasciare la Brianza – come riporta Il Corriere della Sera – era il figlio Giovanni Langone: viveva a Lissone ma nel 2013 ha preso tutto ed è partito per l'Africa dove diceva che si trovava benissimo. Suo fratello invece aveva deciso di restare in Lombardia e gestire un'officina: è lui che avrebbe sentito Giovanni la sera prima del sequestro. Rocco Langone, 64 anni, fino al 2019 viveva a Triuggio con la moglie prima di raggiungere il figlio: per anni aveva lavorato come operaio, ma da tempo era in pensione. Faceva parte insieme alla moglie Donata, 61 anni, dei Testimoni di Geova. A parlare al Tgr Rai della Basilicata, la regione di origine della famiglia, è la terza figlia Anna Maria che ha detto di aver sentito telefonicamente il fratello "una quindicina di giorni fa. Era felicissimo". All'Ansa invece il fratello di Rocco, Vito Langone spiega: "Abbiamo paura perché sappiamo che chi ha preso i nostri familiari è molto pericoloso". E ancora: "Chiedo allo Stato italiano che li faccia tornare a casa al più presto. Siamo in attesa. Fino ad ora non ci hanno fatto sapere ancora niente". Intanto la casa di famiglia a Triuggio non è abitata da tempo: ha le finestre sbarrate, erba alta e ragnatele. Ora tutti attendono notizie positive da Mali.

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