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Notizie sulla scomparsa di Greta Spreafico

La scomparsa di Greta Spreafico: l’ultimo sms, l’auto scomparsa e le indagini in corso

La scomparsa di Greta Spreafico, cantante Rock originaria di Como svanita nel nulla a Porto Tolle (in provincia di Rovigo) è ancora tutto un mistero. Le ultime notizie e gli aggiornamenti.
A cura di Redazione Milano
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Della cantante rock Greta Spreafico non si hanno più notizie dallo scorso 4 giugno. La 53enne di Erba (Como) si trovava a Porto Tolle, in provincia di Rovigo, quando è scomparsa. Si trovava in Veneto per vendere la casa di famiglia, ma all'appuntamento con il notaio non si è mai presentata. L'ultima volta che è stata vista si stava allontanando da un bar a bordo della sua auto, una Kia Picanto nera, che non è ancora stata ritrovata.

Qualche giorno fa, il ritrovamento di un cadavere in un canale di Chioggia ha fatto ipotizzare che si trattasse della cantante, destando preoccupazione nei familiari. In seguito agli esami autoptici, però, si è scoperto come non fosse Greta. Rimane un'ipotesi concreta il sequestro di persona.

Chi è Greta Spreafico, cantante rock scomparsa a Rovigo

Greta Spreafico ha 53 anni ed è originaria di Erba. Vive da qualche tempo in un’altra abitazione nel comune di Porto Tolle, in località Ca' Tiepolo, di proprietà della sua famiglia. Di lei si sa inoltre che è alta 1.50 metri, ha i capelli biondi e gli occhi azzurri.

Greta aveva iniziato la storia d'amore con il suo compagno Gabriele grazie alla passione per la musica. Si conoscono già da trent'anni ma la loro relazione era iniziata solo da poco. Dalle informazioni su Greta, si è scoperto che la donna stava vivendo un periodo molto difficile a causa di una malattia.

L'ultimo a vederla è stato Andrea Tosi, un giardiniere originario di Adria. I due si erano conosciuti su Facebook, avvicinati dalla stessa passione per il rock. Il 2 giugno le telecamere di sorveglianza stradale li hanno ripresi nell'auto di lei in zona Barricata, vicino al mare.

Il 3, invece, hanno mangiato una pizza a casa di lui. Dopodiché hanno girato tutta la notte in macchina, sul Delta del Po, fermandosi un paio di volte a bere. Poi lei gli avrebbe proposto di dormire insieme, ma Tosi avrebbe rifiutato perché fidanzato.

Da allora, nessuno l'ha più vista. Alle 3:06 del 4 giugno arriva un messaggio a Gabriele Lietti, il fidanzato di Greta: "Ti amo e ti voglio un mondo di bene. Buonanotte". Un messaggio che è apparso subito stano a Lietti, visto che "in un anno e mezzo insieme non mi ha mai dato la buonanotte". I carabinieri hanno ritrovato il telefono di Greta sul tavolo della cucina della casa del nonno, dove si era sistemata temporaneamente.

Cos'è successo l'ultima notte: il messaggio al fidanzato prima di allontanarsi con la sua auto

Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire quanto accaduto alla 53enne dopo aver salutato Tosi. Greta si è allontanata a bordo della sua Kia Picanto nera targata EF 080 DT. Verso le 3 di notte aveva infatti chiesto al suo compagno dove si trovava l'auto, poi il silenzio.

"C'erano una serie di fattori che la rendevano molto fragile e secondo me era anche facile approfittarsi di una persona in questa situazione". A parlare è Simone Spreafico, il fratello di Greta.

La cantante soffriva di depressione dalla morte del padre, avvenuta nel 2018, e della paura di essere perseguitata. "Non c'era nessuno che volesse farle del male, nonostante le paure che aveva manifestato nell'audio inviato all'investigatore privato", ha spiegato suo fratello.

Le testimonianze e gli avvistamenti

Ezio Denti, l'investigatore privato ingaggiato da Greta, ha reso noto l'audio che gli aveva inviato la cantante: "Voglio solo vivere, sono terrorizzata a morte (…).Io non so se sono in grado di sopportare emotivamente questa cosa (…). Confesso che sono estremamente impaurita e le ripeto che il motivo per cui l'ho cercata non è un movente economico".

La 53enne aveva dei problemi di salute. Era anche una chimica e durante gli anni di lavoro avrebbe inalato del materiale ferroso che nel tempo le ha provocato problemi fisici importanti. All'investigatore aveva chiesto di trovare chi la stava minacciando, visto che aveva intenzione di fare causa a quell'azienda. Denti, però, non trovò "nulla che potesse essere così pericoloso. Lei non ha voluto andare avanti con le indagini, così il mio lavoro finì lì. Due mesi dopo, lei sparisce".

Un camionista di passaggio in un bar di Adria ha deciso nei primi giorni di dicembre di andare dai carabinieri per una deposizione. È sicuro, infatti, di aver visto Greta la mattina del 4 giugno, giorno della scomparsa, tra le 11 e le 11:30. "L'ho scambiata per una bracciante", ha raccontato.

L'ultimo avvistamento certo risale alle 3 della notte tra il 3 e 4 giugno, quindi, se confermato, questo aggiungerebbe un elemento in più sulla scomparsa della cantante. "Si è fermata qui, ha preso le sigarette, è andata al bagno e poi è uscita", ha detto il camionista che ricorda come Greta, riconosciuta dalle foto pubblicate sui social, non avesse rivolto parola a nessuno.

Le paure e le dichiarazioni del fratello di Greta

La famiglia di Greta non ha creduto sin dal primo giorno della sua scomparsa. Il fatto di non rispondere al telefono per diversi giorni poteva far parte del suo carattere rock. "Con il passare delle settimane ci siamo preoccupati sempre di più e ci siamo chiesti come fosse possibile che una persona come Greta che non sa stare da sola tre giorni scompare per mesi", si domanda Simone che è certo, però, che sua sorella non si è tolta la vita: "Lo avrebbe fatto in un modo sicuramente più plateale".

Se da un lato il fratello di Greta esclude l'ipotesi suicidio, dall'altro non sembra credere nemmeno all'ipotesi del sequestro. Forse, anzi, qualcuno potrebbe averle semplicemente fatto del male, anche per motivi più banali di quelli che si possono immaginare. Come sottolineato da Simone Spreafico, "bisogna capire cosa può spingere una persona a fare del male a Greta".

Nessun corpo ritrovato, non si esclude il sequestro

Il fatto, però, che non sia stata trovata traccia dell'eventuale suicidio, né il cadavere né tantomeno l'auto parcheggiata da qualche parte, non permette l'esclusione totale della pista del sequestro di persona. Un'ipotesi mai scartata dagli investigatori, che continuano anche a domandarsi se alla fine non si tratti di un allontanamento volontario.

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