video suggerito
video suggerito
La morte di Ramy Elgaml a Milano

Caso Ramy Elgaml, la Procura di Milano chiede per la seconda volta una nuova perizia sull’incidente

La Procura di Milano ha chiesto per la seconda volta una nuova perizia sull’incidente del 24 novembre 2024 che ha portato alla morte di Ramy Elgaml. Lo scorso 14 ottobre la gip del Tribunale aveva respinto la prima richiesta ritenendola non abbastanza “specifica”.
A cura di Enrico Spaccini
165 CONDIVISIONI
Ramy Elgaml (a sinistra) e Fares Bouzidi (a destra)
Ramy Elgaml (a sinistra) e Fares Bouzidi (a destra)
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

I pm di Milano, Marco Cirigliano e Giancarla Serafini, hanno chiesto per la seconda volta al gip del Tribunale di disporre una nuova perizia in incidente probatorio sull'incidente che il 24 novembre 2024 ha portato alla morte di Ramy Elgaml. L'istanza arriva dopo che lo scorso 14 ottobre la giudice per le indagini preliminari Maria Idria Gurgo di Castelmenardo aveva rigettato la prima richiesta ritenendola "carente il requisito della specificità della richiesta". Ora la Procura ha spiegato che il nuovo accertamento dovrà concentrarsi in particolare sulla distanza tra lo scooter su cui viaggiavano Elgaml e l'amico Fares Bouzidi e l'auto dei carabinieri che li stava inseguendo e sulle possibili manovre di emergenza.

Le consulenze "divergenti" e la prima richiesta della Procura

Sulla morte di Elgaml, che all'incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta era stato sbalzato dalla sella dello scooter e aveva riportato ferite mortali, gli inquirenti hanno chiuso le indagini per omicidio stradale che vedono Bouzidi e il carabiniere indagati. Lo scorso 7 ottobre, però, i pm Cirigliano e Serafini avevano chiesto alla gip del Tribunale di Milano di disporre una nuova "perizia cinematica" che ricostruisse "l'esatta dinamica" dell'incidente.

Secondo gli inquirenti, infatti, le altre due consulenze già agli atti dell'inchiesta non consentivano "di addivenire ad una ricostruzione univoca". I procuratori, infatti, hanno ipotizzato un concorso di colpa tra Bouzidi e il carabiniere: il primo per guida pericolosa, il secondo per avere mantenuto una distanza "inidonea", cioè di circa 1,5 metri, dalla moto prima dello schianto. Tuttavia, per l'ingegnere Domenico Romaniello, nominato consulente dei pm, l'unico responsabile sarebbe il 21enne, mentre il militare avrebbe mantenuto un comportamento corretto.

Il 14 ottobre, però, la gip ha respinto la richiesta della Procura, sostenendo che i magistrati non avessero chiarito "quali siano i ‘profili essenziali del fatto' in ordine ai quali si assume che le conclusioni divergenti dei vari consulenti di parte non consentono di addivenire ad una ricostruzione univoca dell'evento".

I magistrati chiedono ancora la perizia "terza"

In questa nuova richiesta, i magistrati hanno spiegato che la perizia "terza" dovrà concentrarsi proprio sulla distanza tra i due mezzi prima dell'incidente e le possibili manovre di emergenza che avrebbero potuto essere eseguite. In particolare, se tra lo scooter e l'auto dei carabinieri ci fosse o meno spazio per una frenata o manovra che avrebbe potuto evitare il tragico epilogo, il "punto in cui è avvenuto l'impatto tra i veicoli", la "configurazione dei mezzi al momento dell'urto", "traiettorie e angoli di traiettoria nelle fasi immediatamente precedenti all'impatto", "assetto dinamico dei mezzi" e la "distanza tenuta" dalla macchina dei carabinieri rispetto allo scooter "prima dell'impatto".

I nuovi accertamenti richiesti dai pm dovranno essere effettuati "da zero" e, se dovessero venire approvati, porterebbero alla sospensione del processo per almeno altri 60 giorni. La consulenza di Romanelli, ha sottolineato la Procura, è stata depositata quattro mesi dopo l'affidamento dell'incarico.

165 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views