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Bug nel software di prenotazione in Lombardia, campagna vaccini in tilt: assembramenti o spazi vuoti

In Lombardia la campagna di vaccinazione contro il Coronavirus sta incontrando problemi legati non solo alla carenza di dosi e personale, ma anche ai disservizi di Aria, società informatica regionale che gestisce la piattaforma di prenotazioni per chi ha diritto al vaccino. Problemi logistici hanno portato al sovraffollamento di alcune strutture e al sottoutilizzo di altre. “A monte di tutto c’è una carenza di vaccini, ma c’è anche una macchina organizzativa che non sta funzionando – dice a Fanpage.it il presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo Guido Marinoni -. Servirebbero meno annunci e più rapidità nel lavorare e definire un’organizzazione efficiente”.
A cura di Francesco Loiacono
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Da un lato c'è la carenza di vaccini e personale. Dall'altro, però, a rendere più difficoltosa la campagna vaccinale contro il Covid-19 in Lombardia ci sono i disservizi o meglio i limiti di Aria, la società informatica regionale che gestisce il sistema di adesioni e prenotazioni. In principio c'era stato qualche problema (poi subito risolto) legato alla massiccia adesione degli over 80, qualche blocco di troppo nei software dedicati a medici di base e farmacisti. Poi sono stati segnalati sms che invitavano persone anziane a recarsi nel giro di poche ore nelle strutture per vaccinarsi, con preavviso troppo breve. E ancora, bug che hanno consentito a chiunque – e non solo a chi ne aveva il diritto – di prenotare la propria dose di vaccino, un bug anche in questo caso risolto a posteriori.

Logistica in tilt e problemi di geolocalizzazione

Ma tra i problemi legati al software regionale, criticato recentemente anche da Bertolaso e che per la fase della vaccinazione di massa sarà affiancato dal portale di Poste italiane, ci sono anche questioni logistiche. Come ha raccontato il consigliere regionale del Pd Jacopo Scandella a Fanpage.it, oltre agli anziani convocati all'ultimo momento per la vaccinazione si sono infatti verificati problemi di geolocalizzazione che hanno costretto "persone a tragitti lunghi per vaccinarsi". Ma ci sono anche dei problemi logistici più strutturali: alcune strutture individuate per la vaccinazione sono infatti sottoutilizzate, mentre altre risultano sovraffollate, con pericolose situazioni di assembramenti in luoghi chiusi che andrebbero evitati.

Anziani assembrati nel centro commerciale di Antegnate

È il caso di Antegnate, in provincia di Bergamo: l'azienda Bergamo Ovest ha previsto un punto vaccinale nel centro commerciale del paese, dove la scorsa domenica 28 febbraio si sono presentate quasi duemila persone, dando vita a una situazione ingestibile, con anziani assembrati: "Ho visto le immagini e non sono le immagini di un'organizzazione ottimale", ha detto a Fanpage.it Guido Marinoni, presidente dell'Ordine dei medici di Bergamo. "Il problema della nostra regione è che ha puntato sull'ospedale e basta – spiega Marinoni -. A monte di tutto c'è una carenza di vaccini, ma c'è anche una macchina organizzativa che non sta funzionando. Servirebbero meno annunci e più rapidità nel lavorare e definire un'organizzazione efficiente".

Situazione opposta a Chiuduno, con una struttura sottoutilizzata

Discorso opposto a Chiuduno, sempre nella Bergamasca, dove il comune ha messo a disposizione il centro congressi, come spiega a Fanpage.it il dottor Enrico Bombana, infettivologo e membro della task force organizzativa vaccinale dell’Asst Bergamo Est. L'organizzazione è impeccabile e lo spazio è tanto, forse anche troppo per il flusso di vaccinazioni ora in corso: "Le potenzialità della struttura sono di 2600 vaccinazioni al giorno – spiega l'infettivologo – attualmente stiamo vaccinando tra le 800 e le 900 persone al giorno. Un numero ancora basso per noi, e legato alle disponibilità regionali".

(Interviste a cura di Simone Giancristofaro)

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