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Brescia, nasce un figlio indesiderato: ospedale condannato a risarcire i genitori

Gli Spedali Civili di Brescia sono stati condannati a versare 92mila euro a una coppia di genitori dopo la nascita di un bambino che non desideravano. La madre del piccolo si era sottoposta a un intervento chirurgico per la chiusura delle tube, ma l’operazione non era andata a buon fine. L’indennizzo è di 300 euro al mese fino ai 25 anni di età.
A cura di Simone Gorla
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Gli Spedali Civili di Brescia sono stati condannati a versare 92mila euro a una coppia di genitori dopo la nascita di un bambino che non desideravano, tanto che la donna si era sottoposta a un intervento chirurgico per la chiusura delle tube. L'operazione però non era riuscita e la coppia si era ritrovata involontariamente in dolce attesa.

Nascita non desiderata: l'ospedale risarcisce 92mila euro ai genitori

Il neopapà e la neomamma hanno fatto causa all'ospedale e il giudice civile, secondo quanto riporta Il Giornale di Brescia, ha condannato la struttura a versare la somma di 92mila euro come risarcimento. Il tribunale ha riconosciuto infatti un indennizzo di 300 euro al mese alla famiglia fino al compimento del 25esimo anno di età del bambino.

A Bari neonato trovato in una culla termica fuori da una chiesa

Il tema di paternità e maternità indesiderate e di genitori in difficoltà economiche è tornato in primo piano anche per gli effetti della crisi economica provocata dalla pandemia mondiale di coronavirus. Nei giorni scorsi ha fatto discutere la notizia del ritrovamento di un neonato in una culla termica a Bari, fuori alla chiesa San Giovanni Battista nel quartiere Poggiofranco. Il parroco ha allertato le forze dell’ordine.

Il piccolo è stato ricoverato in ospedale, dove versa in buone condizioni. Don Antonio Ruccia, intervistato da Fanpage, ha spiegato: "C’era scritto il nome del bambino, Luigi, che è nato il 10 luglio scorso e che è italiano". Nicola Laforgia, primario del reparto di Terapia intensiva neonatale del Policlinico di Bari, ha commentato: “È stato un atto di amore quello dei genitori che hanno lasciato il proprio figlio in un posto dove erano sicuri che sarebbe stato accolto e curato”.

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