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Bimbo colpito da un proiettile vagante, indagate altre due persone oltre alla guardia giurata

La Procura di Brescia indaga tre persone per la sparatoria che ha portato al ferimento del bambino di 18 mesi. Inoltre resta da chiarire la posizione della moglie e della figlia della guardia giurata.
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La guardia giurata che ha ferito il bimbo di 18 mesi.
La guardia giurata che ha ferito il bimbo di 18 mesi.

Non solo la guardia giurata che, senza un'evidente motivazione, ha sparato oltre venti colpi di pistola in strada a Corte Franca nella giorno di ferragosto, uno dei quali ha colpito un bambino di diciotto mesi che giocava alla finestra nella sua casa. La Procura di Brescia ha, infatti, iscritto nel registro degli indagati altre due persone e, secondo quanto si apprende, i Carabinieri della Compagnia di Chiari starebbero effettuando ulteriori accertamenti per valutare anche l'eventuale coinvolgimento della moglie e della figlia del metronotte.

Gli altri due indagati

La guardia giurata che ha premuto il grilletto che ha esploso il proiettile che si è conficcato nel torace del bimbo è indagato per lesioni colpose e rischia fino a due anni di reclusione. Oltre a lui, però sono indagate altre due persone che, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, erano con lui nel momento della sparatoria e che a turno avrebbero impugnato l'arma e sparato.

Le prime indiscrezioni lasciavano intendere che si trattasse di due familiari dell'imputato principale, probabilmente due nipoti. Tuttavia su questo la Procura di Brescia tiene ancora il massimo riservo.

Le eventuali responsabilità della moglie e della figlia

Così come non arriva nessuna conferma e neanche nessuna smentita da parte dei Carabinieri della Compagnia di Chiari sull'ipotesi che si stiano facendo ulteriori accertamenti sull'eventuale posizione della moglie e della figlia della guardia giurata.

Secondo alcune fonti di stampa, infattii, i militari potrebbero sospettare che le due donne abbiano recuperato i proiettili che erano stati esplosi in strada per nasconderli in casa, in modo tale che non venissero trovati dopo l'indicente.

In particolare la moglie avrebbe ammesso ai Carabinieri di averli raccolti e nascosti durante la perquisizione dell'appartamento e per questo sarebbe attenzionata dalle forze dell'ordine.

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