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Bimbi ustionati a Osio Sopra, una maestra ricostruisce i primi istanti dopo la fiammata

È durato tre ore il sopralluogo del Nucleo investigativo antincendio dei vigili del fuoco con i carabinieri di Treviglio: un’insegnante ha ricostruito la scena. Restano ancora ricoverati i due bambini di 4 anni.
A cura di Francesca Del Boca
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Sono tornati sulla scena. È durato circa tre ore il nuovo sopralluogo del Nucleo investigativo antincendio dei vigili del fuoco, insieme ai carabinieri di Treviglio, nel cortile dell'asilo di San Zeno a Osio Sopra (Bergamo). Con l'aiuto di una maestra che ha assistito ai momenti immediatamente successivi allo scoppio dell'incendio, gli inquirenti stanno tentando di ricostruire l'intera dinamica dell'incidente che ha portato tre adulti e cinque bambini (di cui due ancora ricoverati con gravi ustioni) in ospedale. 

Il falò per arrostire i dolcetti

Per il momento si sa che i bambini presenti erano una ventina, seduti su panche di legno disposte attorno ad alcune pietre disposte a mo' di braciere. È lunedì 30 maggio, la giornata dell'orienteering scolastico aperta a genitori e figli che si ripete ogni primavera. L'idea pare sia di alcuni papà: arrostire dei pezzetti di marshmallow sul fuoco, le celebri toffolette dei film americani, infilzando la caramella sullo spiedino e lasciandola rosolare al caldo. Così, nel tentativo di accendere il piccolo falò, qualcuno getta un liquido altamente infiammante sulle pietre: un accelerante, probabilmente bioetanolo (un componente delle benzine), per far scattare la miccia. C'è il sole, c'è un po' di vento. Nessuno si accorge che la fiamma è già accesa, e versa di conseguenza altro bioetanolo sul terreno. Da qui la violenta fiammata che ha travolto cinque tra i piccoli intorno al falò e i tre adulti. Sulla dinamica indaga il pm Silvia Marchina, che ha aperto un fascicolo per lesioni colpose, accensioni ed esplosioni pericolose. Le responsabilità di maestre e genitori devono ancora essere accertate, anche se la coordinatrice didattica Simonetta Nava ha fin da subito chiarito che l’attività col fuoco non era stata autorizzata e che il flaconcino con il liquido infiammabile non apparteneva alla dotazione della scuola. Ad oggi l'unico indagato è uno dei tre papà, quello che materialmente ha sparso il liquido sulle braci ardenti.

La testimonianza della maestra

Intanto parla la maestra, durante il sopralluogo dei vigili del fuoco e dei carabinieri. È stata la seconda a intervenire lunedì 30 maggio 2022 quando ancora c’era fumo e i bambini piangevano. Così ha descritto la scena di quei primi, drammatici istanti invasi da una nube densa di fumo nero. Ha indicato dove si trovavano i piccoli, ha spiegato in che direzione è stata usata la canna dell'acqua. Nel frattempo, i vigili hanno eseguito le necessarie misurazioni per ricostruire il raggio d'azione della fiammata e la potenza.

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