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Bergamo, un anno fa l’inizio dell’incubo Covid: in ospedale suona il brano di Facchinetti e D’Orazio

Un anno fa, il 22 febbraio del 2020, la prima convocazione dell’Unità di crisi dell’ospedale Papa Giovanni XXIII faceva sprofondare nell’incubo Coronavirus anche Bergamo, che sarebbe poi risultata una delle province più colpite. A un anno di distanza, mentre medici e infermieri sono ancora impegnati nella lotta al virus, Roby Facchinetti si è recato all’ospedale per leggere un messaggio e diffondere la canzone “Rinascerò, rinascerai”, scritta assieme al compianto Stefano D’Orazio. Medici e infermieri hanno sfoggiato un adesivo con la scritta: “C’eravamo, ci siamo, ci saremo”.
A cura di Francesco Loiacono
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Un anno fa, il 22 febbraio del 2020, con la prima convocazione dell'Unità di crisi dell'ospedale Papa Giovanni XXIII anche Bergamo, pochi giorni dopo Codogno, sprofondava nell'incubo Coronavirus. Un incubo che non è ancora finito, anzi: ieri sono stati 184 i nuovi positivi nella Bergamasca, dove preoccupa la circolazione delle varianti del virus, già frequente nella vicina provincia di Brescia. Il principale ospedale cittadino ha comunque voluto ricordare la giornata del 22 febbraio 2020, inizio di una lunga serie di sacrifici di medici, infermieri e altri operatori sanitari che dura tuttora. E così oggi, un anno dopo, tutto il personale sanitario dell'ospedale ha attaccato sulle proprie divise uno speciale adesivo con la scritta: "C'eravamo. Ci siamo. Ci saremo".

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A rincuorare medici e infermieri tuttora impegnati nella lotta contro il virus ci ha pensato anche Roby Facchinetti, l'ex componente della storica band dei Pooh. Facchinetti, bergamasco, la scorsa primavera aveva composto assieme al compianto amico ed ex compagno di band Stefano D'Orazio la canzone "Rinascerò, rinascerai", dedicata proprio alla sua città in quel momento piegata dalla prima ondata della pandemia. Facchinetti nella giornata odierna si è recato al Papa Giovanni XXIII per leggere un messaggio che è stato trasmesso in filodiffusione poco prima del suo brano.

Il messaggio letto da Facchinetti

"In questo stesso giorno un anno fa iniziava la lotta contro un nemico invisibile e sconosciuto – ha detto Facchinetti -. Una guerra in cui il Papa Giovanni XXIII e tutti i suoi operatori sono tuttora in prima linea. Il 22 febbraio del 2020 iniziava una pandemia senza precedenti che ha portato sofferenza, perdite e dolore come mai era accaduto ai nostri giorni. Ma questa emergenza ha fatto anche emergere una squadra composta da professionisti unici per la forza, il sacrificio, la professionalità e la competenza che hanno dimostrato e che continuano a far vedere al mondo. Un mondo che ancora oggi guarda con affetto e rispetto. Oggi come ieri e come un anno fa tutto il personale di questo ospedale è al fianco di ogni malato e sarà lo stesso anche domani, perché nessuno rimanga solo. Una vicinanza che viene dal cuore: solo uniti si può rinascere".

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