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Bergamo, si incendia il solvente: muratore 20enne muore dopo una settimana di agonia

È morto dopo una settimana di agonia il giovane muratore che era rimasto coinvolto in un grave incidente sul lavoro lo scorso venerdì 17 luglio a Longuelo, in provincia di Bergamo. Il ragazzo, un 20enne di Calusco d’Adda, era rimasto investito da una fiammata causata dal solvente incendiatosi durante dei lavori in una taverna. Portato d’urgenza al Centro grandi ustionati di Genova, è deceduto ieri.
A cura di Francesco Loiacono
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Ennesima vittima sul lavoro a Bergamo. È infatti morto, dopo una settimana di agonia, il giovane muratore di soli 20 anni che era rimasto coinvolto in un grave incidente lo scorso venerdì 17 luglio a Longuelo, in provincia di Bergamo. Il giovane stava lavorando assieme a un collega all'interno di un appartamento: durante la ristrutturazione di una taverna il solvente utilizzato per rimuovere la colla aveva preso fuoco per cause da accertare, investendo con la fiammata il 20enne e il suo collega. Entrambi erano rimasti feriti, ma a riportare le conseguenze più gravi era stato il ragazzo, che era stato trasferito nel centro Grandi ustionati dell'ospedale di Genova. Dopo una settimana di agonia purtroppo nella giornata di ieri, venerdì 24 luglio, il giovane muratore è deceduto.

La vittima stava imparando il mestiere

La vittima era originaria di Calusco d'Adda, nella Bergamasca: era alle prime armi, stava imparando il mestiere ma non è ancora chiaro se sia stata una sua disattenzione a causare l'incidente che si è poi rivelato fatale, dovuto forse alla caduta del solvente, altamente infiammabile, su una fonte di calore come ad esempio un faretto. Sulla vicenda sono in corso le indagini delle forze dell'ordine, chieste a gran voce anche dai sindacati locali che, nel commentare la notizia della scomparsa del ventenne hanno parlato di una "morte ingiusta": "Non possiamo accettare che la ripresa delle attività lavorative debba per forza implicare una nuova scia di infortuni gravi e mortali, come invece purtroppo stiamo registrando", hanno detto al quotidiano locale "Primamerate" Giuseppe Mancin, Simone Alloni e Luciana Fratus, segretari provinciali della Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil. Per i sindacalisti il rischio, in questa fase post lockdown da Coronavirus, è che un maggior carico di lavoro possa portare a più infortuni lavorativi.

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