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Ancora cene “clandestine” a Milano: 26 clienti a festeggiare in un ristorante aperto

Ventisei persone sono state sorprese a festeggiare all’interno di un ristorante che ha deciso di restare aperto violando le restrizioni anti contagio. La segnalazione è arrivata alla polizia tramite l’applicazione Youpol lo scorso giovedì sera: gli agenti sul posto hanno trovato il ristorante “Pescadero” di via Bronzetti a Milano pieno di gente, con la saracinesca alzata e le luci ben accese.
A cura di Giorgia Venturini
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Ancora cene "clandestine" a Milano. A festeggiare questa volta violando tutti i divieti imposti dalla zona arancione sono stati un gruppo di 26 amici: dieci uomini e sedici donne di diverse età. La segnalazione del locale aperto è arrivata alla polizia tramite l'applicazione Youpol lo scorso giovedì sera: gli agenti sul posto hanno trovato il ristorante "Pescadero" di via Bronzetti a Milano pieno di gente, con la saracinesca alzata e le luci ben accese. I poliziotti hanno fatto irruzione all'interno del locale e identificato tutti i presenti: per i clienti sono scattate le sanzioni per aver violato il protocollo anti Covid. Dovranno ora pagare 400 euro ciascuno. Lo stesso vale anche per il titolare del ristorante: rischia la sospensione dell'attività per 5 giorni.

Ragazzo positivo al Covid organizza una grigliata in giardino

A Pasqua invece i carabinieri della Brianza hanno trovato dei ragazzi intenti a festeggiare con una grigliata in un giardino a Seregno. Ad avere organizzato tutto è stato un ragazzo positivo al Covid-19 che avrebbe dovuto essere in isolamento domiciliare. I carabinieri sono intervenuti nell'abitazione trovando 17 giovani intenti a festeggiare. Dopo aver denunciato in stato di libertà il proprietario di casa, che era sottoposto alla sorveglianza attiva considerata la sua positività, i militari hanno denunciato un altro ragazzo di 25 anni: dagli accertamenti è emerso che anche lui era positivo e che era in quarantena. Nonostante questo è uscito di casa mettendo in pericolo i suoi amici e altri cittadini. Entrambi potrebbero rispondere dell'accusa di epidemia colposa qualora dovessero risultare positivi, perché contagiati dai due, gli altri invitati.

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