Allevatore viene aggredito da tre lupi mentre tenta di difendere le sue capre
Un giovane allevatore di Tremezzina, in provincia di Como, è stato attaccato da tre lupi mentre stava andando a controllare il suo gregge di capre all'Alpe di Ossuccio. Tra sabato e domenica ne aveva perse 15 delle 80 totali, perciò lunedì 22 maggio era salito in quota per verificare che stessero bene. In un attimo si è ritrovato circondato dai tre animali che hanno iniziato a morderlo a un braccio e a una gamba. "Non so neppure io come ho fatto a difendermi", ha raccontato l'allevatore, "di sicuro poteva finire molto peggio, sono stato molto fortunato".
"Una cosa è sentirne parlare, un'altra è trovarseli faccia a faccia"
A rendere nota la storia di Raffaele Castellazzi è Coldiretti di Como e Lecco, raccontando come la situazione sia ormai fuori controllo. Lunedì sera il giovane allevatore era salito in quota all'Alpe di Ossuccio: "Negli ultimi mesi sulle nostre montagne e in Valtellina gli attacchi dei lupi non si contano più, ma una cosa è sentirne parlare e un’altra trovarseli faccia a faccia", ha raccontato.
Sarebbero stati proprio i lupi a fargli sparire 15 capre in due giorni, tra sabato e domenica. Per questo motivo era tornato a controllare ancora una volta il suo gregge, quando si è trovato davanti i tre lupi. Questi hanno iniziato a girargli intorno e uno gli è balzato addosso mordendolo. "Per fortuna sono riuscito a spostarmi, anche se ho rimediato una ferita di striscio al braccio", ha detto Castellazzi, che è stato ferito anche a una gamba. "Ero solo e a mani nude", ha ribadito dicendo di non sapere come ha fatto a salvarsi.
L'appello di Coldiretti
Su questa aggressione è intervenuto Fortunato Trezzi, presidente di Coldiretti Como-Lecco: "Quella nelle province di Como e Lecco è una situazione completamente fuori controllo", ha dichiarato, "è necessario proteggere i cittadini ma anche salvare gli animali". Nelle stesse zone, infatti, qualche sera prima sarebbero state sbranate altre sette capre e un asino.
Per questo motivo Trezzi chiede un intervento concreto da parte della Regione e del governo. "Non è più rinviabile il piano nazionale per la gestione delle specie selvatiche", ha sottolineato il president di Coldiretti Como-Lecco, "temiamo che il quadro possa solo peggiorare e con il ripetersi di stragi in alpeggio si rischia l'abbandono della montagna".