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Omicidio di Giulia Tramontano

Alessandro Impagnatiello condannato all’ergastolo per l’omicidio della compagna Giulia Tramontano incinta di 7 mesi

Alessandro Impagnatiello, accusato del femminicidio della compagna Giulia Tramontano incinta di 7 mesi del piccolo Thiago avvenuto a Senago (Milano) a maggio 2023, è stato condannato all’ergastolo.
A cura di Ilaria Quattrone
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Alessandro Impagnatiello (foto da LaPresse) e Giulia Tramontano (foto da Facebook)
Alessandro Impagnatiello (foto da LaPresse) e Giulia Tramontano (foto da Facebook)
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Alessandro Impagnatiello è stato condannato all'ergastolo. La sentenza, in primo grado e pronunciata dalla Corte d'Assise di Milano, è stata letta durante l'udienza avvenuta oggi, lunedì 25 novembre: i giudici hanno riconosciuto l'aggravante della premeditazione, della crudeltà e del rapporto di convivenza. Escludendo quella dei futili motivi. L'imputato è stato condannato a tre mesi di isolamento e a risarcire con provvisionali da 200mila euro ciascuna il padre e la madre di Giulia e con 150mila euro a testa il fratello e la sorella della vittima.

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La Corte ha anche riconosciuto il concorso formale tra l'omicidio e le altre due imputazioni di occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza non consensuale, applicando oltre all'ergastolo anche 7 anni di reclusione per questi ultimi due reati.

Impagnatiello, barman trentunenne, è stato accusato del femminicidio di Giulia Tramontano, la sua compagna incinta al settimo mese del piccolo Thiago, avvenuto a maggio 2023 a Senago (Milano).

Le indagini, svolte dai carabinieri e dalla Procura di Milano, hanno permesso di scoprire che l'imputato avrebbe avvelenato per mesi Tramontano. La giovane 29enne, che lavorava come agente immobiliare, aveva infatti raccontato alla madre di avvertire un sapore strano ogni volta che beveva l'acqua. Non solo: avrebbe avuto frequenti bruciori di stomaco.

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A maggio 2023 ha poi scoperto che il compagno aveva una relazione parallela con una collega. Una donna, alla quale Impagnatiello raccontava una serie di bugie: avrebbe anche dato un test del Dna falso per convincerla che il bambino che aspettava Giulia non fosse suo.

Tramontano e la donna si sono comunque incontrate il 27 maggio fuori dal bar Armani dove Impagnatiello lavorava. La collega ha raccontato tutto alla 29enne, che ha poi contattato il 31enne precisandogli di essere a conoscenza del suo tradimento. Una volta nell'appartamento a Senago, Tramontano è stata uccisa dal compagno: l'avrebbe accoltellata più e più volte.

Avrebbe poi tentato di bruciare il cadavere nella vasca da bagno. Infine, lo avrebbe trascinato fuori dall'abitazione per nasconderlo in un garage e successivamente lasciarlo, avvolto in alcuni sacchi neri, in un'intercapedine tra due garage a Senago.

Impagnatiello è stato così arrestato. Durante il processo, è stato sottoposto a una perizia psichiatrica che ha evidenziato un disturbo narcisistico, che non ha compromesso in alcun modo – ed è bene sottolinearlo – la capacità di intendere e di volere al momento del delitto.

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