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A Milano due ragazzine chiedono l’autografo a Liliana Segre: “È un modello di vita”

Due ragazzine, la più grande di 13 anni, hanno chiesto l’autografo alla senatrice a vita Liliana Segre a margine della cerimonia di consegna delle pergamene dei Giusti nel parco Monte Stella a Milano. Hanno spiegato che per loro è un “modello di vita”.  “Oggi parlo di chi ama, non di chi odia”, ha detto Segre in riferimento alle minacce ricevute dopo la vaccinazione anti Covid.
A cura di Simone Gorla
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Hanno atteso pazientemente che Liliana Segre salutasse le autorità e che finisse la cerimonia di consegna delle pergamene dei Giusti nel parco Monte Stella a Milano. Poi si sono avvicinate timidamente alla senatrice a vita per chiederle un autografo. Protagoniste della scena due ragazzine, la più grande di 13 anni, che hanno spiegato che Segre è per loro un "modello di vita".

Poiché non c'erano tavoli per la firma della senatrice a vita, una delle due ha porto la schiena come ‘scrivania'. "Oggi parlo di chi ama, non di chi odia", aveva detto poco prima Liliana Segre, al suo arrivo per una cerimonia al Giardino dei Giusti di Milano. Parole di pace dopo le minacce e gli insulti in rete sotto la foto della sua vaccinazione contro il Covid, per cui la procura di Milano ha aperto un'inchiesta e identificato alcuni degli autori dei messaggi. 

"Oggi parlo di Susanna Aimo, che rappresentò l'esatto contrario dell'odio e dell'indifferenza", ha spiegato la senatrice a vita in riferimento alla donna che lavorò per 47 anni con la sua famiglia, pur rischiando la deportazione perché le leggi razziali lo proibivano. I parenti di Susanna Aimo hanno ricevuto da Liliana Segre la pergamena dei Giusti.

Liliana Segre, 90enne sopravvissuta da bambina agli orrori del campo di concentramento di Auschwitz, lo scorso 18 febbraio, giorno di avvio della campagna di vaccinazione contro il Covid-19 per gli over 80 in Lombardia, si era sottoposta al vaccino all'ospedale Fatebenefratelli di Milano. Avendo anche aderito come testimonial a una campagna comunicativa della Regione Lombardia, la Segre era stata fotografata e filmata mentre si sottoponeva al vaccino. Proprio queste immagini, pubblicate da quasi tutte le testate, avevano scatenato gli "odiatori" sui social network

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