A Malpensa ora la cocaina arriva liquida e nascosta nelle bottigliette di olio e sciroppo
Sette chili di olio di cocco e sciroppo di agave. O almeno così dicevano le etichette incollate su quelle bottiglie che il cittadino italiano trentenne arrivato da Montevideo (in Uruguay) portava con sé. In realtà era cocaina liquida. A scoprirlo, la Guardia di finanza di Malpensa, Varese, al termine di un'indagine sul traffico internazionale di stupefacenti provenienti dal Sud America.
Trasformare la polvere in liquido: facile e conveniente
Trasformare la "polvere bianca" in cocaina liquida è un processo semplice, che porta ai trafficanti numerosi benefici. Ad esempio, in questo stato è più difficile da individuare. Non solo, non è un processo nemmeno così complesso, visto che la cocaina è altamente solubile e può essere miscelata con altri composti. Infine, per farla tornare al suo stato originale basta filtrarla: in questo modo si recupera circa il 90 per cento del prodotto.
Le indagini della procura e i tre arresti
Quei 7 chili di cocaina liquida, sarebbero stati poi trasformati in circa 7 mila dosi di polvere. Una quantità che, immessa nel mercato, avrebbe fruttato tra i 500mila e il milione di euro. Per le indagini, la Procura di Busto Arsizio si è affidata ai cani antidroga e ha messo in atto pedinamenti vari, analisi dei trasferimenti di denaro e lo studio dei tabulati telefonici. Operazioni che hanno permesso di decifrare le comunicazioni che venivano criptate attraverso applicazioni specifiche. In questo modo, oltre al trentenne italiano beccato con la cocaina liquida, sono stati arrestati altri due uomini. Uno è un cittadino ecuadoriano, considerato il gestore del traffico e ricercato a livello europeo. L'altro era il referente del gruppo criminale sulla città di Milano.