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“A mali estremi, estremi rimedi”: così l’allenatrice di ginnastica ritmica avrebbe maltrattato le atlete

“A mali estremi, estremi rimedi” o ancora “Chi pensi che comandi qui?”: sono alcune frasi riprese in un video diffuso dalla Polizia di Brescia che oggi ha disposto una ordinanza interdittiva nei confronti dell’istruttrice.
A cura di Ilaria Quattrone
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"A mali estremi, estremi rimedi": è una delle frasi presenti nel video diffuso dalla polizia di Stato di Brescia che nella giornata di oggi, martedì 24 gennaio, ha eseguito una ordinanza interdittiva – che è stata emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Brescia – nei confronti di Stefania Fogliata, istruttrice di ginnastica ritmica.

L'accusa è di maltrattamenti aggravati dalla giovane età delle persone offese e in totale sarebbero almeno otto le vittime. Tutte sarebbero ex ginnaste e avrebbero tra i 10 e i 14 anni. Fogliata, sulla base di quanto disposto dalla Procura, non potrà temporaneamente esercitare la professione di allenatrice in tutta Italia e per almeno un anno.

Gli episodi contestati

Gli episodi contestati risalirebbero al periodo che va dal 2017 a oggi. A settembre scorso, gli agenti della squadra mobile di Brescia – coordinati dalla Procura – avevano ricevuto la denuncia di una madre di un'atleta. La donna aveva raccontato alcuni episodi nei quali l'allenatrice di un'Accademia per atlete di ginnastica ritmica, che si trova a Calcinato, aveva tenuto condotte illecite nei confronti delle figlie e di altre ragazzine

Da quella denuncia sono partite le indagini: gli inquirenti hanno ascoltato, in audizione protetta e con l'assistenza di una psicologa, le minorenni. Oltre loro, sono state ascoltate oltre venticinque persone tra ginnaste, genitori, testimoni, colleghi e psicologi a cui si erano rivolte le atlete e fino ai vertici della Federazione nazionale.

I video

Le analisi svolte sui telefoni e su altri dispositivi avrebbero permesso di recuperare stralci di chat e video di alcuni episodi che, a volte, sarebbero stati registrati dalla stessa indagata. Per gli investigatori, gli elementi raccolti avrebbero spiegato la ragione per la quale le ginnaste avrebbero abbandonato l'Accademia nonostante i successi sportivi persino a livello internazionale.

La Federazione Ginnastica d'Italia, attraverso una nota stampa con la quale rinnova la massima collaborazione con la Procura di Brescia e quella di Monza, ha precisato che "l’allenatrice non è a contratto con la Federazione e pertanto non è “tecnico federale”": sarebbe infatti in possesso solo di "un attestato come tecnico societario dal 2020".

Dopo il provvedimento preso dalla Procura di Brescia, anche la Procura federale ha fatto sapere che "disporrà una misura interdittiva nei confronti della tecnica. In attesa di avere un quadro completo delle indagini, sarà valutata anche la posizione della società sia a titolo di responsabilità oggettiva che diretta per omessa vigilanza su quanto compiuto dall’allenatrice".

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