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Milano soffre, Finmeccanica crolla, Fondiaria-Sai è spazzatura

Monti prepara la lista dei ministri, la borsa limita i danni, Finmeccanica crolla dopo la trimestrale, il rating di Fondiaria-Sai e Milano Assicurazioni viene tagliato a “junk”. E lo spread Btp-Bund vola.
A cura di Luca Spoldi
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Mario Monti incontra le parti sociali

E' il mercato, bellezza: se qualcuno non l’avesse ancora capito, i mercati finanziari non hanno alcun riguardo per i tempi lunghi e le cerimonie bizantine della politica, italiana o greca che sia. Così anche oggi il bilancio è pesante tanto sul fronte azionario quanto su quello obbligazionario per i mercati del vecchio continente ad iniziare da quelli italiani e a poco sembrano servire i segnali di un definitivo (si spera) via libera al governo di Mario Monti (che starebbe ultimando la lista dei ministri da sottoporre per la nomina al presidente Giorgio Napolitano entro domani) da parte di Pdl, Pd e terzo polo, con Lega già con la testa alle prossime elezioni e dunque all’opposizione e posizioni attendiste delle restanti forze in campo a partire dall’Idv.

Sul fronte azionario Piazza Affari riesce in qualche modo a dimezzare le perdite viste in tarda mattinata e a finire in calo di “solo” un punto percentuale circa, anche se deve subire il tracollo di Finmeccanica, le cui quotazioni sprofondano di 20 punti percentuali dopo che il gruppo aerospaziale italiano ha annunciato i risultati dei primi nove mesi dell’anno, chiusi in rosso  di 324 milioni di euro (dai 321 milioni di utile di un anno prima) a fronte di ricavi in frenata a 12,25 miliardi di euro e di un indebitamento salito a 4,66 miliardi. Numeri peggiori del previsto e che hanno indotto il Cda ad annunciare che non saranno distribuiti dividendi l’anno venturo e saranno invece dismesse attività per un miliardo di euro, operazione di pulizia di bilancio che ricorda quella di ieri varata da UniCredit ma, come per Piazza Cordusio, nell’immediato non può che far sorgere dubbi circa la raggiungibilità degli obiettivi che il management si prefigge e la congruità delle poste di bilancio per come attualmente rappresentate.

UniCredit stessa perde altri 5 punti percentuali, subendo sia ulteriori vendite da parte di investitori che alleggeriscono la propria esposizione sul comparto finanziario italiano, sia in qualche modo anticipando un’altra tempesta in arrivo, legata al downgrade da parte dell’agenzia Standard & Poor’s a “junk” (“spazzatura”) del merito di credito delle compagnie assicuratrici controllate dalla famiglia Ligresti,  Fondiaria-Sai e la sua controllata Milano Assicurazioni, un gruppo il cui piano di salvataggio negli ultimi mesi ha potuto contare proprio sull’appoggio di UniCredit, secondo Il Sole 24 Ore ormai esposta per 380 milioni di euro a fronte di un indebitamento complessivo che sfiora i 2 miliardi. E siccome le buone notizie non vengono mai da sole l’agenzia statunitense ha precisato che i rating potrebbero subire ulteriori riduzioni in futuro.

Mentre Piazza Affari medita su una stagione di trimestrali che rischia di portare anticipatamente il carbone della Befana più che doni natalizi, sul mercato obbligazionario le cose non vanno affatto meglio, anzi se possibile vanno peggio. Così nel giorno in cui il Parlamento europeo vota a favore di una limitazione delle vendite allo scoperto e delle transazioni di Cds (Credit default swap, il costo legato all’assicurazione contro il rischio di fallimento di un emittente), ma solo a partire dal prossimo anno, lo spread Btp-Bund vola a 529 punti base e il rendimento del decennale guida italiano ritocca il 7,05% (ieri erano rispettivamente stati fissati al 492 punti base e al 6,71%) complice il diffondersi da un lato di voci non confermate circa prossimi downgrade del rating sovrano italiano, dall’altra le dichiarazioni del premier olandese Mark Rutte che ha suggerito di modificare i trattati Ue per consentire, nel caso, l’abbandono dell’euro da parte di alcuni “periferici” in crisi (un’idea già evocata da economisti americani mai teneri con l’euro e l’eurozona come Nouriel Roubini e Paul Krugman).

Voci e dichiarazioni che hanno avuto effetti dirompenti anche sugli spread dei titoli spagnoli e francesi, risaliti rispetto ai Bund decennali tedeschi rispettivamente ai livelli record di 457 e di 190 punti base. Così a più di un analista non resta che suggerire di fare in fretta a mandare qualche segnale rassicurante, o almeno di introdurre un codice di condotta per quanto riguarda le comunicazioni a mercato aperto, dato che di questo passo la tanto spesso chiamata in causa “speculazione” troverà gioco facile per manifestarsi realmente. Finora in realtà si è trattato di ben altro, purtroppo: incapacità conclamata da parte delle autorità politiche europee di gestire la crisi in atto da oltre un anno e mezzo; incapacità conclamata di accordarsi tra partner per ripartire i costi della crisi; incapacità conclamata da parte delle banche di assumere rapidamente decisioni adeguate per quanto riguarda i processi di ricapitalizzazione; incapacità conclamata di pensare al bene comune sia a livello di singoli paesi (dove in vista del 2012 o al più del 2013, quando saranno chiamati al voto gli elettori greci, spagnoli, tedeschi, francesi inglesi e italiani, senza dimenticarsi delle elezioni presidenziali americane del novembre del prossimo anno) sia a livello di aggregati sovranazionali (con continue discussioni tra i vari paesi membri dell’Unione europea oltre che tra Unione europea, Stati Uniti e paesi emergenti, a partire dalla Cina).

Sarebbe ora di spezzare questo circolo vizioso, prima che comprometta definitivamente il futuro nostro e dei nostri figli, preparandosi a “sacrifici ma non lacrime e sangue” come recitava ancora ieri sera Monti. Sperando abbia ragione e che i sacrifici siano equamente ripartiti e servano a tutto il paese (e a tutta l’Europa) e non ai soliti furbi o ai soliti amici.

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Luca Spoldi nasce ad Alessandria nel 1967. Dopo la laurea in Bocconi è stato analista finanziario (è socio Aiaf dal 1998) e gestore di fondi comuni e gestioni patrimoniali a Milano e Napoli. Nel 2002 ha vinto il Premio Marrama per i risultati ottenuti dalla sua società, 6 In Rete Consulting. Autore di articoli e pubblicazioni economiche, è stato docente di Economia e Organizzazione al Politecnico di Napoli dal 2002 al 2009. Appassionato del web2.0 ha fondato e dirige il sito www.mondivirtuali.it.
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