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Uccise figlia di tre mesi soffocandola in ospedale: condannato. “Soffre della sindrome di Munchausen”

Il 36enne di Altamura è stato condannato a 29 anni per omicidio volontario per l’omicidio della figlioletta durante un ricovero ospedaliero a Bari. Pare ci avesse già provato in due occasioni a casa. Stando alle perizie è affetto dalla “sindrome di Munchausen per procura”.
A cura di Biagio Chiariello
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Immagine di repertorio
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29 anni di carcere. Arriva una nuova condanna per Giuseppe Difonzo, 36enne di Altamura, giudicato colpevole dell’omicidio della figlia di appena tre mesi, soffocata all’ospedale pediatrico “Giovanni XXIII” di Bari nella notte tra il 12 e il 13 febbraio 2016. La sentenza è stata emessa ieri dalla Corte d’Assise d’appello di Bari (presidente Ornella Gozzo, giudice a latere Vito Fanizzi) al termine del giudizio d’appello bis.

Stando a quanto ricostruito dalle indagini, l'imputato avrebbe soffocato la figlioletta durante un ricovero ospedaliero. La piccola era nata nell'ottobre del 2015 ed vi era tornata in numerose occasioni, per 67 giorni complessivi, in circa tre mesi a causa di crisi respiratorie provocate, secondo l’accusa, sempre dal padre. Difonzo infatti avrebbe tentato di ucciderla anche in casa in almeno altre due occasioni.

Secondo le perizie il 36enne è affetto dalla “sindrome di Munchausen per procura”, una patologia psichiatrica che spinge ad attirare l’attenzione su di sé facendo del male ad altre persone. Il nome ‘Munchausen' deriva dall'omonimo barone che era noto per raccontare storie e avventure fantastiche a cui diceva di aver preso parte. da protagonista.

L’uomo era stato condannato inizialmente a 16 anni per omicidio preterintenzionale. Una sentenza tramutata in ergastolo, nel settembre 2020, dopo la riqualificazione del reato, da parte dei giudici di Appello, in omicidio volontario premeditato. Nel marzo 2022 però la Cassazione aveva annullato quella condanna: l'imputato era stato scarcerato e si era aperto un nuovo processo di Appello, conclusosi con un nuovo verdetto di colpevolezza, che riconosce tuttavia le attenuanti generiche.

Difonzo, libero dopo l’annullamento della condanna all’ergastolo, era stato condannato anche a tre anni di reclusione per violenza sessuale su una minorenne, una 14enne figlia di amici di famiglia.

Una volta che le motivazioni saranno depositate, la sua difesa avrà la possibilità di impugnare nuovamente la sentenza in Cassazione.

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