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Migranti: sospero sgombero a Calais dopo gli scontri tra attivisti e polizia

Tensione al confine tra i due Paesi dove la polizia ha anche usato lacrimogeni per impedire ai profughi di oltrepassare la frontiera. Intanto in Francia via libera allo sgombero del campo di Calais, con gli agenti che hanno ordinato ai migranti di lasciare il campo, ma nel pomeriggio la situazione è degenerata.
A cura di Antonio Palma
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UPDATE 20.15 – alta tensione nella ‘giungla'. Sospeso lo sgombero – le operazioni di sgombero nella cossidetta "giungla di Calais", la tendopoli dove vivono migliaia di migranti, sono state sospese a causa degli scontri tra polizia, attivisti no-border e migranti, che hanno portato alla distruzione di alcuni alloggi di fortuna, incendiati. Quattro persone sono state fermate e cinque agenti sono rimasti leggermente feriti.Dopo una mattinata relativamente calma nel pomeriggio la situazione è degenerata, con le squadre di operai giunte sul posto per smantellare tende e capanne di legno che hanno deciso di bloccare i lavori. La polizia avrebbe risposto con i lacrimogeni al lancio di pietre da parte di "alcuni migranti" e "attivisti no-border".

Centinaia di migranti bloccati da giorni al confine tra Grecia e Macedonia hanno sfondato questa mattina le barriere di protezione tra i due Paesi affrontando gli agenti e riversandosi verso il territorio del Paese balcanico. I migranti armati di pali per forzare le protezioni sono riusciti ad evitare il cordone della polizia greca occupando i binari della ferrovia scatenando però la reazione degli agenti macedoni. Ci sono stati diversi minuti di tensione con la polizia macedone che ha cercato di contenere la folla lanciando anche lacrimogeni ma alla fine ha lasciato passare il gruppo. Almeno 30 persone, compresi un gran numero di bambini, sono rimaste ferite negli incidenti.

Come aveva denunciato il governo greco, la situazione nell'area è critica con i migranti esasperati da giorni di immobilità dopo che la Macedonia ha aderito alla decisione adottata da numerosi governi balcanici di interrompere il flusso dei migranti verso l'Europa. La tensione è arrivata alle stelle quando le autorità di Skpoje hanno autorizzato il passaggio di circa 300 persone per questa notte per poi richiudere immediatamente la frontiera. Molti di quelli rimasti fuori quindi hanno deciso di assaltare le barriere per passare la frontiera.

In Francia sgomberata la "Giungla di Calais"

Intanto in Francia il governo ha dato il via libera allo sgombero della cosiddetta Giungla di Calais, un campo improvvisato di migranti dove vivono migliaia di persone in gran parte in attesa di trovare un modo per attraversare la Manica e arrivare in Gran Bretagna. Come raccontano i media d'oltralpe, questa mattina nella tendopoli sono arrivati decine di uomini e automezzi della polizia. Gli agenti avrebbero ordinato ai migranti lo sgombero immediato minacciando in caso contrario l’uso della forza. L'operazione è partita dopo che dal tribunale amministrativo di Lille è arrivata l'autorizzazione allo sgombero. Il governo di Parigi ha assicurato che a tutti i migranti verranno proposte sistemazioni in container riscaldati e centri di accoglienza, ma è polemica da parte delle associazioni umanitarie sulla effettiva presenza di posti letto disponibili.
Si sono vissuti anche qui momenti di tensione: alcuni migranti e attivisti "no borders" hanno dato fuoco alle capanne improvvisate e un denso fumo ha invaso la zona. Secondo alcuni reporter presenti sul posto la polizia ha risposto con i lacrimogeni al lancio di pietre da parte e la situazione non sembra tranquilla.

I profughi siriani in fuga da bombe e fame

Intanto non si ferma l'afflusso di migranti in fuga dalla Siria ormai devastata dalla guerra. In migliaia infatti scappano dalle violenze e dalle bombe ma anche dalla fame. Come conferma l'Onu, potrebbero essere migliaia le persone morte di fame in Siria nelle aree assediate e isolate da mesi. In quelle zone infatti si calcola che risiedono quasi mezzo milione di civili che non possono più muoversi. Lo ha detto oggi Zeid Raad al Hussein, responsabile per i diritti umani delle Nazioni Unite. Intanto il nostro ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha annunciato l'avvio della prima fase del progetto pilota promosso dal governo italiano e da diverse associazioni che consentirà "a centinaia di rifugiati, molti dei quali bambini, di arrivare qui in sicurezza". Il primo gruppo è stato accolto a Fiumicino. "Alla fine saranno mille in questo progetto e che potranno arrivare i Europa saltando i rischi dei trafficanti esseri umani e le indicibili sofferenze delle strade della migrazione che vediamo ogni giorno" ha concluso il ministro.

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