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Migranti, al via lo sgombero del campo di Idomeni. Vietato l’accesso ai giornalisti

Le autorità greche hanno iniziato lo sgombero del campo di Idomeni, al confine con la Macedonia. Vietata la presenza di giornalisti: i profughi verranno trasferiti in strutture legali a Salonicco.
A cura di Davide Falcioni
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Le autorità greche hanno dato ordine all'alba di sgomberare il campo profughi di Idomeni, al confine con la Macedonia. Per l'operazione, spiega la Bbc, vengono impiegati molti agenti di polizia. I migranti, in maggioranza provenienti da Siria, Iraq e Afghanistan verranno trasferiti in altre strutture, in particolare nei pressi di Salonicco.

Malgrado le autorità abbiano rassicurato che non verranno commessi abusi nei confronti dei migranti, l'ingresso nel campo ai giornalisti è stato severamente interdetto: autobus pieni di poliziotti in assetto antisommossa sono stati visti entrare nell'area mentre un elicottero dall'alto monitora la situazione: secondo alcune fonti citate dalla BBC la polizia potrebbe non solo trasferire entro oggi tutti i profughi in strutture legali, ma anche demolire una parte consistente del campo entro un massimo di dieci giorni.

L'avvio delle operazioni di sgombero di Idomeni era stato annunciato ieri dal portavoce del governo greco Giorgos Kyritsis, che alla tv di stato aveva dichiarato che presto tutti i migranti sarebbero stati spostati: "Una situazione come quella di Idomeni non può essere tollerata: essa serve solo a gonfiare le tasche dei contrabbandieri". Il portavoce dell'esecutivo guidato da Alexis Tsipras ha quindi spiegato che la maggior parte dei profughi sarebbe stata trasferita in nuovi campi autorizzati nei pressi di Salonicco.

Nei mesi scorsi il campo di Idomeni era diventato il simbolo della resistenza dei migranti e della loro ostinazione nel voler varcare le frontiere. Autorevoli organizzazioni avevano però anche denunciato la sistematica violazione dei diritti umani: l'Asgi-Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione – dopo un recente sopralluogo ha riferito che i migranti non hanno accesso alla procedura di riconoscimento alla protezione internazionale, agli strumenti per il ricongiungimento familiare, in un contesto in cui mancano del tutto misure di accoglienza rispettose. Frequenti anche gli scontro con la polizia in un'area affollata da oltre 10mila persone, oltre il 40% dei quali minori e con 600 donne in gravidanza.

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