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“Mi metta 6 e si inginocchi”: bulli contro il prof a Lucca, tutti bocciati tranne uno

È l’ultimo capitolo di una storia che ad aprile ha riportato il problema della scuola all’attenzione della cronaca nazionale. Alla fine quasi metà della classe coinvolta è stata bocciata. Sulla vicenda era stata aperta anche un’indagine della Procura minorile di Firenze.
A cura di Biagio Chiariello
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Solo uno ce l’ha fatta. L’epilogo della vicenda finita lo scorso aprile su tutti i media italiani, enfatizzata anche dalla diffusione virale dei video sul web, è arrivato. Soltanto uno dei sei bulli dell'Itc "Carrara" di Lucca – che si resero protagonisti del tristemente famoso filmato girato in classe mentre deridevano il professore – è stato promosso. Già nei giorni successivi al caso tre dei sei ragazzi furono "bocciati", cioè non ammessi agli scrutini di fine anno. Gli altri tre, rimandati a settembre con 3 e 4 materie, hanno affrontato gli esami di riparazione: solo uno di loro, dunque, è riuscito a superarli. A riferirlo è La Nazione.

Una classe problematica quella in cui si erano verificati gli episodi che avevano riportato la scuola all'attenzione della cronaca nazionale; con tanto di indagine della Procura minorile di Firenze con le accuse di violenza privata, minacce e tentato furto del tablet con i dati scolastici.A llo scrutinio di giugno, infatti, erano stati promossi soltanto 8 studenti, su un totale dei 26 della classe (ben 10 bocciati, 8 rimandati a settembre, compresi i tre bulli).

Il commento del preside Cesare Lazzari era stato laconico: “È come se la classe avesse mollato, convinta che dopo tutto quello che era successo il destino degli studenti, anche quelli non direttamente coinvolti nell’episodio con il professore, fosse segnato – aveva detto -. Forse un messaggio mal comunicato o da loro mal compreso”. “Per due dei tre ragazzi – ha spiegato il dirigente scolastico – c'è stato un recupero solo parziale e troppo circoscritto. Dai contatti avuti precedentemente era emerso che loro stessi erano consapevoli della difficoltà a superare lo scoglio. Nessuno chiedeva loro di avere una piena sufficienza ma neanche di presentarsi con un recupero troppo parziale”.

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