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Morte Sergio Marchionne

Marchionne, il papà della compagna: “Stava male già da un anno”. Funerali blindati

Sergio Marchionne da tempo era sofferente e respirava con molta fatica, ma ha continuato a lavorare senza tregua. “È arrivato in clinica già fisicamente provato ma era ancora ottimista” ha raccontato il papà della sua compagna chiedendo ancora una volta privacy per la famiglia. Anche i funerali dell’ex amministratore di Fca si svolgevano in forma strettamente privata in un luogo riservato.
A cura di Antonio Palma
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"Era chiaro a tutti che non stesse bene. Il suo fisico si era asciugato e lui era affaticato e respirava con molta fatica. Eppure era sempre in movimento, in viaggio da una parte all’altra del mondo. Ha sempre lavorato e non si è mai tirato indietro di fronte ai suoi impegni", così Pier Luigi Battezzato, papà della compagna di Sergio Marchionne ricorda la figura dell'ex Amministratore delegato di FiatCrysler, deceduto mercoledì  all'età di 66 anni in una clinica svizzera in cui era stato operato per un intervento alla spalla. Una malattia dunque che andava avanti da tempo e che aveva debilitato pesantemente Marchionne nel fisico. Secondo indiscrezioni, infatti, da diverso tempo pare gli fosse stato diagnosticato un sarcoma di tipo invasivo alla spalla. Eppure il numero uno di Fca fino ala vigilia aveva dimostrato tranquillità a tutti, collaboratori e familiari.

"Ho parlato con Sergio poco prima che venisse operato ed era tranquillo. Aveva persino fissato una riunione che avrebbe dovuto tenersi in questi giorni. Poi ci siamo dati appuntamento per le vacanze, c’era un progetto per riunire tutta la famiglia" ha sottolineato infatti Battezzato intervistato dal Corriere della Sera. "Quello di Sergio doveva essere un intervento semplice. E invece è accaduto il peggio. Non lo so, a volte penso che se non fossero andati in Svizzera forse sarebbe stato diverso. Forse non era nella condizione di affrontare un’operazione. Non saprei, lui è arrivato in clinica fisicamente provato", ha aggiunto il papà di Manuela, ricordando che i due "avevano scelto di andare a Zurigo perché lì avrebbero avuto maggiore privacy. Ma la privacy che desideravano non c’è stata".

Proprio la ricerca di privacy è stato un punto fermo della famiglia e dello stesso Marchionne che ha cercato i tutti i modi di tenere nascosta la malattia e il suo ricovero. "Mia figlia mi ha chiamato e mi ha detto ‘Sergio non c’è più'. Mi ha detto che non lo sapeva ancora nessuno, ma dieci minuti dopo la notizia era su tutti i siti on line. A volte bisognerebbe saper fermarsi" ha ricordato ancora Battezzato, concludendo: "Fca è stata costretta ad annunciare il cambio al vertice: le regole in Borsa a volte non tengono conto degli affetti. A quel punto non si poteva più far finta di niente".

Una privacy che sarà mantenuta anche per i funerali. Per l'ultimo addio a Sergio Marchionne infatti non sono previsti funerali pubblici né altri momenti di cordoglio collettivo. Si tratterà di funerali in forma strettamente privata in un luogo scelto dalla famiglia. Non mancheranno però momenti di ricordo per le aziende del gruppo Agnelli. L'intenzione di John Elkann pare sia quella di ricordare il manager al Santuario della Consolata a Torino a fine agosto in occasione del trigesimo dalla morte di Sergio Marchionne

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