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Opinioni

Ma il ritorno al futuro di Silvio è un fallimento dei “giovani” del Pdl

Dopo le prime indiscrezioni, ora si attende solo l’annuncio: Silvio Berlusconi è pronto a tornare in campo per le politiche del 2013. Spinto dai sondaggi e dal vuoto del centrodestra. Ma dove sono i “giovani” del Pdl?
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Berlusconi-sondaggi

La notizia era nell'aria da qualche settimana, ma solo nelle ultime ore i rumors hanno preso consistenza, diventando (quasi) realtà: Silvio Berlusconi è pronto a tornare in campo, come candidato alla Presidenza del Consiglio per il Popolo della Libertà. Lo scetticismo iniziale su tale possibilità è stato via via cancellato da dichiarazioni ed indiscrezioni, ma soprattutto da una constatazione che muove da due punti cruciali. In primis la consultazione dei sondaggi sulle intenzioni di voto, strumento in cui il Cavaliere continua a riporre la massima fiducia. Questa volta a convincere Berlusconi sembra sia stao un sondaggio elaborato da Euromedia Research di Alessandra Ghisleri, che al Corsera spiega i tre scenari analizzati:

Il primo è quello di un Pdl con Angelino Alfano leader del partito e Berlusconi fuori dalla politica. Ebbene: in questo caso il partito si attesta, in totale, su un 8-12 per cento. […] Il secondo con Alfano candidato premier e Berlusconi presidente del partito: così le percentuali quasi raddoppiano. La forchetta oscilla tra il 17 e il 21 per cento […] Il ticket Berlusconi-Alfano, in campo con un progetto che richiami le origini di Forza Italia: qui il bacino di utenza è più del 28%.

Insomma, si prefigura quello che un po' da tutti viene definito il "Ritorno al futuro", con un richiamo evidente alla discesa in campo del '94, anche nell'ipotesi di strutturazione della formazione politica e nella "costruzione del consenso", con una campagna di comunicazione che intende con ogni probabilità far leva sulla difficile contingenza economica (e non sfugga lo "studio" del modello – Grillo). Ma c'è un altro punto su cui occorre riflettere. Perché comunque la si consideri, la decisione di Berlusconi è anche una bocciatura nei confronti della nuova (potenziale) classe dirigente del Popolo della Libertà. Un gruppo, capitanato da Alfano ovviamente, che si è trovato a gestire la fase discendente della parabola berlusconiana e a raccattare i cocci di un centrodestra imploso dopo la paradossale esperienza di Governo. Ma che in ogni caso non è nemmeno riuscito a marcare una discontinuità, ad abbozzare un cambio di passo, a provare a smarcarsi su temi rilevanti. Del resto, a ben guardare la sola presenza di Alfano ai vertici del Partito non poteva essere garanzia di cambiamento e rinnovamento ed il peso della vecchia guardia non è mai stato messo in discussione.

Insomma, la decisione di Berlusconi mette a nudo anche tutti i limiti della giovane classe dirigente pidiellina, in gran parte costretta ora a ripiegare malvolentieri, accennando ad un sorriso di compiacimento per sostenere il ritorno del Cavaliere. Perché c'è da scommetterci, non sono in pochi a pensare che il tempo di Silvio sia ormai abbondantemente passato, al di là dei freddi numeri (del resto tutti da verificare) e nonostante l'assenza pressocché totale di un'alternativa credibile. Così come sono in tanti che direttamente o indirettamente pensano al "piano B", ovvero a riconfermare nei fatti l'attuale maggioranza e a convincere Monti ad accollarsi l'onere di governare in quello che si annuncia come il periodo più duro per il nostro Paese. Insomma, ora è il momento: se nel Pdl qualcuno ha qualcosa da dire, parli ora oppure…

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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