28 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Opinioni

Il “meglio di un uomo” è cambiato: lo spot Gillette e l’addio (tardivo) alla cultura del macho

Il nuovo spot della Gillette fa molto discutere, secondo alcuni rende l’uomo poco virile, per altri è sessista, insomma, la pubblicità del rasoio riaccende gli animi e divide gli utenti, ma è anche un’occasione per riflettere su quali siano i nuovi ruoli dell’uomo e della donna e se sia ancora necessario definirli.
A cura di Zeina Ayache
28 CONDIVISIONI

Cos’è un uomo? Cosa lo rende attraente agli occhi di una donna? Cos’è la mascolinità? Finché penseremo di poter dare una e una sola risposta a queste domande, non riusciremo a capire nulla degli uomini, così come gli uomini non capiranno nulla delle donne.

Immagine

La Gillette ha pubblicato un nuovo spot, uno spot che parte dagli anni ’90, quando si proponeva ‘il meglio di un uomo’, che mostra come siano cambiati i tempi, come ad oggi il vero uomo non sia più quello che importuna le donne o quello che si mena con gli altri uomini. Allora cos’è? È un individuo che si comporta con rispetto verso qualsiasi individuo, al di là che si tratta di un maschio o di una femmina. Ah sì? Cioè avevamo davvero bisogno di tutti questi anni per arrivare a questa conclusione? E ce lo doveva dire un rasoio?

A quanto pare sì.

Lo spot della Gillette è la dimostrazione più lampante che gli uomini sono davvero il sesso debole.

Debole come lo è chiunque stia cercando di capire quale sia il suo posto nel mondo da quando gli è stata tolta la sedia, o meglio il trono, su chi era seduto.

Come possiamo vedere dalla pubblicità, gli uomini oggi si trovano a dover destrutturare tutte le convinzioni che avevano maturato fino ad oggi, e che gli sono state inculcate quando erano bambini, per ricostruire una figura maschile decisamente diversa e molto meno stressata rispetto al passato.

Stressata sì, perché questi poveri uomini crescono con il pensiero fisso di dover guadagnare abbastanza per mantenere tutta la famiglia, con l’idea di dover essere sempre forti, fisicamente ed emotivamente, con l’ansia da prestazione per il paragone con i film porno che vedono da adolescenti, quando ancora non sanno che più che sesso stanno guardando fantascienza.

Dopo tutto questo si ritrovano ad avere a che fare con donne che hanno il loro stipendio e non hanno bisogno di essere mantenute, donne che sanno aprirsi i barattoli da sole e che sono stufe dell’uomo che non deve chiedere mai, donne che hanno una libertà sessuale tale da aver fatto sufficienti esperienze per desiderare qualcosina in più rispetto allo standard ‘meccanico’ a cui sono stati addestrati gli uomini.

Donne a cui non ti devi avvicinare, ma devi fare comunque la prima mossa, donne che non vogliono sposarsi, donne che non vogliono figli. Donne che non somigliano affatto al riferimento femminile della loro vita, la cara mamma.

E veniamo alla mamma. È inutile che chiediamo agli uomini di aiutarsi tra uomini a capire che il bullismo non ti rende uomo e che le molestie non ti rendono uomo, se un adulto di sesso maschile è bullo e sessista, la colpa non solo della cultura machista che proviene dai padri, ma anche veicolata dalle donne, in primis di sua madre.

Perché sta alle madri fornire un’immagine emancipata delle donne. Non possiamo pretendere che un uomo cresciuto con un padre assente, sempre a lavoro e servito e riverito dalla madre/moglie, che non esce mai di casa, se non per fare la spesa, possa avere un’idea diversa di quale sia il suo ruolo e quale quello della sua compagna. Dobbiamo sperare che quest’uomo si sia emancipato dalla famiglia, dalla cultura in cui è cresciuto, che abbia studiato, viaggiato, che sia dotato di sufficiente empatia da considerare le donne prima di tutto come individui e poi come, forse, femmine.

Ma mi pare ovvio che stiamo chiedendo moltissimo, a tutti. Ci vuole tempo.

E non è che noi donne siamo tanto diverse, ciò che cambia è che oggi noi stiamo facendo, e vincendo, una battaglia per la parità, per ottenere forza e potere. Gli uomini invece stanno iniziando a capire di dover sgravarsi da molte responsabilità e questo è chiaro che li porta a sentirsi snaturalizzati, impotenti (in tutti i sensi), senza ruolo.

Li abbiamo bastonati abbastanza poveracci, adesso tendiamogli la mano e aiutiamoli, aiutiamoci, a trovare, un ruolo nel mondo, un ruolo liquido, dettato non dal genere di appartenenza, ma dai desideri, dalle predisposizioni e dalle motivazioni interne all’individuo, il più possibile liberi dalla vecchia idea di cosa sia un maschio e cosa sia una femmina, visto che, a quanto pare, non funziona più. E, forse, non ha mai funzionato.

28 CONDIVISIONI
Immagine
Giornalista. Mi sono sempre chiesta chi ci fosse dietro alle notizie veicolate ogni giorno dai giornali, dalla TV e dal Web. Poi mi sono informata e sono diventata una di loro. Credo fortemente nella divulgazione e per questo faccio il possibile per raccontare attraverso le esperienze e le emozioni ciò che accade sul nostro Pianeta.
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views