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L'attacco della Turchia in Siria contro i curdi

C’è accordo per il cessate in fuoco in Siria: la Turchia sospende la sua offensiva

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Turchia e Stati Uniti hanno raggiunto un accordo per un cessate il fuoco di cinque giorni in Siria. Durante lo stop alle armi gli Usa favoriranno l'evacuazione dei curdi verso una zona di sicurezza concordata con Ankara. L'annuncio è arrivato dopo l'incontro tra il vicepresidente americano Mike Pence e il leader turco Erdogan.

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17 Ottobre
20:42

Turchia: "Abbiamo ottenuto ciò che volevamo, area sarà sotto controllo dell'esercito turco"

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"L'operazione ‘Fonte di pace' nel nord della Siria è sospesa ma non è un cessate il fuoco", così il capo della diplomazia turca, Mevlut Cavusoglu, ha voluto puntualizzare i termini dell'accordo tra Ankara e Usa dopo l'annuncino del vicepresidente statunitense Pence. "La Turchia potrà fermare l'operazione solo quando tutti gli elementi terroristici avranno lasciato la zona lungo il confine tra Siria e Turchia", ha detto Cavusoglu in dichiarazioni trasmesse in diretta dalla tv satellitare al-Jazeera. "Abbiamo ottenuto ciò che volevamo" ha dichiarato invece il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, sottolineando anche lui che "non si tratta di un cessate il fuoco bensì' di una tregua. Da parte nostra abbiamo ottenuto ciò che volevamo. Daremo a Ypg cinque giorni di tempo per abbandonar l'area, le armi pesanti di Ypg verranno ritirate e le loro postazioni verranno distrutte. L'area sarà messa sotto il controllo dell'esercito turco. Il nostro intervento potrà considerarsi finito solo quando tutti i miliziani Ypg avranno abbandonato l'area. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di liberare dai terroristi un'area profonda 32 km a est dell'Eufrate e costituirvi una safe zone. Gli Stati Uniti garantiscono che tutti i terroristi lasceranno l'area nelle prossime 120 ore".

A cura di Antonio Palma
17 Ottobre
19:53

C'è accordo per il cessate in fuoco in Siria: la Turchia sospende la sua offensiva

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C'è accordo per il cessate in fuoco in Siria, lo ha annunciato il vice presidente americano Mike Pence dopo l'incontro con il leader turco Erdogan ad Ankara. L'accoro prevede che per 120 ore verrà sospesa ogni azione militare per consentire ai curdi di ritirarsi nella zona di sicurezza. Si tratta di un'area di circa 32 chilometri oltre confine tra Turchia e Siria concordata con Ankara. La Turchia dunque sospenderà la sua offensiva nel nord-est della Siria per cinque giorni. Gli Stati Uniti favoriranno l'evacuazione. La Turchia, ha spiegato Pence, "acconsente a una pausa nell'offensiva per consentire il ritiro delle forze curde verso aree sicure". Soddisfatto dell'accoro anche il presidente Usa Donald Trump che su twitter ha scritto: "Grandi notizie dalla Turchia. Milioni di vite saranno salvate! Grazie Erdogan". Come spiegato dallo stesso Pence, "Trump revocherà le sanzioni imposte alla Turchia dopo il cessate il fuoco".

"Il ritiro delle milizie curde in Siria dal confine con la Turchia è già iniziato" ha affermato il vicepresidente americano. Entro 120 ore i combattenti curdi in Siria si ritireranno dal confine con la Turchia. Una volta concluso quello curdo, sarà la volta del ritiro turco dall'area. "L'Ypg ci ha garantito che si ritirerà' dall'area. Il presidente Trump è grato al presidente Erdogan. La priorità' di entrambi è stata quella di evitare la morte di innocenti. L'intesa tra i nostri due Paesi è totale e ora lavoreremo insieme alla costituzione e alla gestione della safe zone" ha aggiunto Pence, proseguendo: "La Turchia ha accettato di non effettuare alcuna operazione militare verso Kobane. Abbiamo trovato un'intesa per risolvere l'impasse in maniera pacifica. Con la Turchia condividiamo la stessa idea di lotta all'Isis, e proseguiremo su questa strada allo stesso modo condividiamo la necessità di garantire il ritorno dei civili nella regione e favorire la convivenza tra le minoranze presenti nella medesima area"

A cura di Antonio Palma
17 Ottobre
13:43

I curdi accusano la Turchia di usare "fosforo bianco e il napalm". Ankara smentisce

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Le autorità curde hanno accusato la Turchia di usare armi non convenzionali nell'offensiva in Siria, come il fosforo bianco e il napalm. "In flagrante violazione del diritto e dei trattati internazionali, l'aggressione turca contro Ras al-Ain viene condotta con tutti i tipi di armi", si legge in un comunicato dell'amministrazione semiautonoma curda. Erdogan "ha fatto ricorso ad armi vietate a livello internazionali, come il fosforo e il napalm".

Immediata la replica di Ankara:  "Tutti sanno che l'esercito turco non ha armi chimiche nel suo inventario. Alcune informazioni ci indicano che le milizie curde dello Ypg usano armi chimiche per poi accusare la Turchia". Lo ha detto il ministro della Difesa di Ankara, respingendo così le accuse dei curdi siriani.

A cura di Biagio Chiariello
17 Ottobre
13:42

Turchia: "600 miliziani curdi sono in fuga da Raqqa"

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"Quasi 600" miliziani curdi sono fuggiti dalle zone di Raqqa e Tabqa nel nord della Siria per evitare l'attacco della Turchia e delle milizie sue alleate. Lo sostegno fonti delle forze armate di Ankara, secondo cui sono inoltre "più di 40" i combattenti curdi che si sono arresi all'esercito turco dall'inizio dell'offensiva. Le notizie non sono verificabili in modo indipendente sul terreno.

Intanto le autorità curde nel nord-est della Siria chiedono corridoi umanitari per evacuare i civili dalla città sotto assedio turco di Ras al Ayn, dopo che un ospedale della città è stato colpito, lasciando in trappola al suo interno pazienti e personale sanitario.

A cura di Biagio Chiariello
17 Ottobre
13:27

Media: "Erdogan ha buttato nella spazzatura la lettera di Trump"

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Ad Ankara è arrivato il vicepresidente Usa Mike Pence: l'obiettivo è arrivare un ‘cessate il fuoco' dell'offensiva turca contro le forze curde. Pence è stato preceduto, poco prima, dall'arrivo del segretario di Stato americano Mike Pompeo, a bordo di un altro aereo.

Missione non semplice, quella dei diplomatici americani visto che, stando afonti governative turche, citate dai media locali, la lettera con cui Trump ha chiesto, con toni anche abbastanza accesi, a Recep Tayyip Erdogan di evitare un attacco ai curdi in Siria poco prima che venisse lanciata l'offensiva sarebbe stata "gettata nella spazzatura" dal presidente turco.

A cura di Biagio Chiariello
17 Ottobre
07:53

La lettera di Trump a Erdogan: "Non fare il duro o lo scemo, no al massacro"

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“Non fare il duro o lo scemo: lavoriamo a un buon accordo, perché tu non vuoi essere responsabile del massacro di migliaia di persone e io responsabile della distruzione dell'economia turca”. È così che Donald Trump, in una lettera datata 9 ottobre, si rivolgeva al presidente Recep Tayyip Erdogan in un tentativo di mediazione in pieno stile tycoon newyorkese, poco prima dell’offensiva militare turca in Siria. Offensiva che oggi è arrivata all’ottavo giorno.

Erdogan incontra Pence, poi Putin

Mentre Vladimir Putin e lo stesso leader turco si sono sentiti al telefono per discutere sulla situazione in Siria e hanno concordato di vedersi a breve, a Istanbul oggi è previsto l’incontro  tra Erdogan e il vicepresidente Usa Mike Pence. Ieri intanto le truppe di Bashar Al Assad hanno fatto il loro ingresso nella città di Kobane, bastione curdo nel nord della Siria. Va però detto che da parte sua Erdogan pare sordo agli appelli dei leader mondiali: offre un cessate il fuoco solo se "i terroristi se ne andranno dalla zona di sicurezza" che Ankara vuole creare al confine con la Siria.

Scontri curdi-forze Assad contro milizie filo-turche

“Violenti scontri" sono in corso in queste ore tra i combattenti curdi appoggiati da forze dell'esercito regolare siriano e i miliziani arabi filo-Ankara nei pressi dell'autostrada strategica M4, che attraversa il nord della Siria da Aleppo alla frontiera irachena, a una trentina di chilometri dalla frontiera turca. Lo fa sapere l'Osservatorio siriano per i diritti umani.

A cura di Biagio Chiariello
16 Ottobre
10:11

Ministro Le Drian: jihadiste francesi dell'Isis fuggite dai campi curdi

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Nove jihadiste francesi, appartenenti all'Isis, "sono fuggite da un campo prigionieri controllato dai curdi nel Nord-Est della Siria". Lo ha detto il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, intervenuto al programma del mattino di BfmTv. "L'offensiva turca contro i curdi apre le porte all'Isis", ha dichiarato il capo della diplomazia francese che giudica la situazione "molto grave" anche alla luce delle recenti dichiarazioni di Erdogan, che ha insistito sulla Turchia che "non dichiarerà mai il cessate il fuoco".

A cura di Biagio Chiariello
16 Ottobre
10:05

Putin prova a frenare Erdogan: incontro "entro pochi giorni". Ma la Turchia non ferma l'avanzata

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Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan si sono sentiti per telefono "su iniziativa turca". La conferma è del Cremlino, che specifica come i due leader abbiano parlato a lungo della situazione in Siria, sottolineando "la necessità di prevenire i conflitti tra le unità dell'esercito turco e le truppe del governo siriano". Il presidente russo ha invitato l'omologo turco a Mosca e Erdogan ha accettato: l'incontro avverrà "entro pochi giorni". Secondo il servizio stampa della presidenza il leader russo ha attirato l'attenzione sull'aggravarsi della situazione umanitaria nelle regioni lungo il confine tra Siria e Turchia. "Il capo dello stato ritiene inammissibile consentire a miliziani di organizzazioni terroristiche, tra cui lo Stato islamico, che sono sorvegliati dalle unità armate curde, di sfruttare questa situazione", ha osservato il Cremlino.

La Turchia non si ferma: "Avanti con o senza il sostegno del mondo"

La Turchia però non intende interrompere la sua operazione militare nel nord della Siria: "proseguiremo con o senza il sostegno del mondo". Lo ha scritto in una nota il capo della comunicazione della Presidenza di Ankara, Fahrettin Altun. "Continueremo a combattere tutti i gruppi terroristici, compreso Daesh (Isis), che il mondo accetti o meno di sostenerci", aggiunge Altun, che accusa inoltre i curdi di aver concluso uno "sporco" accordo con il regime di Bashar al Assad.

Condanne dall'Europa

Ma sull’offensiva turca continuano a piovere critiche e soprattutto provvedimenti. Oggi anche Gran Bretagna e Spagna si sono aggiunte alla lista di Paesi europei – dopo Italia, Germania, Francia, Olanda e Paesi scandinavi – che hanno sospeso la concessione di nuove licenze ad Ankara per forniture di equipaggiamenti militari. Per Londra, si tratta di “un’azione sconsiderata e controproducente, che dà forza alla Russia e al regime di Assad”. Oggi ne parleranno a Bruxelles gli ambasciatori Nato e a porte chiuse si riunirà anche il Consiglio di sicurezza dell’Onu.

A cura di Biagio Chiariello
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