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Libia, continuano gli scontri: 121 morti e 561 feriti dall’inizio dei combattimenti

Gli scontri che in Libia continuano da ormai dieci giorni hanno portato alla morte di 121 persone e al ferimento di altre 561, secondo quanto viene riportato sulla base dei dati dell’Organizzazione mondiale della sanità. Sono invece più di 100 i morti tra le milizie del generale Khalifa Haftar.
A cura di Stefano Rizzuti
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Sono più di 100 i morti in Libia durante i combattimenti che vanno avanti ormai da giorni. Nello specifico, dall’inizio dell’offensiva su Tripoli avviata il 4 aprile, sono 121 i morti e 561 i feriti, secondo quanto riportato dal quotidiano egiziano Ahram che cita fonti dell’Organizzazione mondiale della sanità. Tra le milizie del generale Khalifa Haftar sono invece più di 100 i morti, secondo quanto riferisce al Ahrar, tv libica con base a Bengasi che cita, a sua volta, fonti mediche dell’ospedale Al Galaa, pur non potendo fornire l’elenco dei nominativi delle vittime.

Intanto il governo di Accordo nazionale libico guidato da Fayez al-Sarraj ha comunicato che non accetterà alcun cessate il fuoco, almeno fino a quando le forze del generale Haftar continueranno nel loro attacco a Tripoli e non torneranno indietro alle posizioni di partenza. Ad affermarlo è stato un portavoce dell’esecutivo, Muhannad Younis, che ha parlato in conferenza stampa proprio da Tripoli. Younis ha aggiunto che il governo è "in costante contatto" con molti Paesi che condannano l'attacco su Tripoli: "I colloqui in merito ad una soluzione politica basati sulle solite vecchie regole sono ormai sorpassati", ha aggiunto.

Le forze governative hanno abbattuto un caccia delle milizie di Haftar nell’area di Wadi Rabie, a sudest di Tripoli. I militari hanno precisato che il caccia è stato colpito nell’area di Qaser bin Ghasir, zona che si trova nelle vicinanza dell’aeroporto internazionale ora sotto il controllo dei soldati di Haftar. In particolare, il velivolo è stato colpito da un razzo terra-aria Sam: il pilota si sarebbe lanciato con il paracadute. Il consiglio presidenziale libico guidato da Sarraj ha intanto dato ordine di liberare tutti i prigionieri minorenni che sono stati catturati dall’inizio dell’offensiva ad aprile: l’invito prevede una scarcerazione condizionata all’impegno di non imbracciare più le armi e che a prendersi carico dei minori siano i propri familiari.

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