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Legge elettorale, il Pdl frena: “Siamo lontani, no al Mattarellum”

“Comunque non ci sono margini di avvicinamento. Tra Pd e Pdl le distanze rimangono”, così il capogruppo Pdl al Senato Renato Schifani frena sull’ipotesi di riforma immediata della legge elettorale.
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Il Presidente del Consiglio Enrico Letta avrà pure le sue ragioni per garantire che entro ottobre avverrà la riforma della legge elettorale (come dichiarato anche nella sua ultima uscita pubblica, al meeting di Comunione e Liberazione), ma evidentemente non deve aver considerato fino in fondo le obiezioni che arrivano dagli altri partiti che sostengono la maggioranza. A ricordarglielo però ci ha pensato, dalla stessa platea, il capogruppo del Popolo della Libertà al Senato Renato Schifani, che ha stroncato senza mezzi termini la possibilità di una cancellazione del Porcellum e di un ritorno al Mattarellum. Ma non solo, perché è l'intera impostazione del percorso che Schifani contesta: "Per noi la legge elettorale nuova deve seguire le riforme istituzionali, altrimenti non la comprendo una fretta per la riforma. E preferisco non comprendere altre motivazioni che non mi piacciono, come quella di fare una nuova legge elettorale per andare a votare subito. Noi siamo per le cose lineari e per mettere in sicurezza l'attuale legge. Noi diciamo no al ritorno del Mattarellum".

In sostanza, quello che il Popolo della Libertà propone è "la messa in sicurezza del Porcellum" da eventuali (probabili) rilievi di costituzionalità, con qualche "salvagente" per i partiti, con la definizione di una nuova legge legata al nuovo assetto istituzionale che verrà fuori dal processo di revisione già impostato dal Parlamento (con tempi necessariamente molto lunghi però). Ma c'è di più, perché Schifani non nasconde che "non ci sono margini di avvicinamento e tra Pd e Pdl le distanze rimangono", riportando sul piano politico una discussione che sembrava scivolare su un piano strettamente tecnico. Invece, ed è questa la novità di giornata che si legge fra le righe della constatazione di Schifani, il muro contro muro del Popolo della Libertà legato alla questione dell'agibilità politica per Silvio Berlusconi, bloccherà ogni altro passaggio di Governo e Parlamento. Del resto, l'idea che il centrodestra faccia precipitare la crisi di Governo facendo saltare (anche) la riforma della legge elettorale non è così lontana dal concretizzarsi, soprattutto in relazione allo spauracchio di elezioni a breve giro di boa. Con buona pace del Governo Letta.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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