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Le aperture domenicali dei negozi sono necessarie, fatevene una ragione

I lavoratori della Gdo non vogliono lavorare la domenica e attaccano Morandi su Fb, reo di aver accompagnato la moglie a fare la spesa nel giorno destinato al riposo dei lavoratori. Ma questi lavoratori ,quando tocca loro il festivo di riposo, se ne stanno per caso a casa e rispettano il diritto al riposo di camerieri, baristi e gelatai?
A cura di Charlotte Matteini
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Da idolo del Web a bersaglio degli utenti social a causa di un'innocente fotografia. Dalle stelle alle stalle, come si suol dire, la parabola ascendente del Gianni Morandi nazionale da due giorni sembra aver clamorosamente invertito il senso di marcia, nonostante la polemica sia destinata a placarsi nel giro di pochi giorni. Domenica 18 settembre, come ogni giorno da molti mesi a questi parte, Gianni ha pubblicato sul suo seguitissimo profilo Facebook una fotografia al supermercato. Una breve e concisa didascalia: "Buona domenica! Ho accompagnato Anna al supermercato!" e nulla più.

Il post, però, non ha riscosso il successo sperato e ha scatenato una vera e propria accesa polemica: decine, se non centinaia di utenti, hanno cominciato a criticare Morandi con veemenza. La sua colpa? Essere andato di domenica a fare la spesa, un atteggiamento che secondo alcune persone denota scarso rispetto per i lavoratori costretti a lavorare nei supermercati nel giorno di riposo per eccellenza. Poco importa se le aperture domenicali sono diventate ormai la normalità, nel 2016, e poco importa rilevare che decine di categorie professionali lavorano da decenni su turni, senza mai essersi lamentati per questo.

Morandi, a quanto pare, a causa della sua popolarità a livello nazionale, avrebbe dovuto non solo evitare di pubblicare la fotografia al supermercato, ma anzi non avrebbe nemmeno dovuto pensare di andare a fare la spesa di domenica. Secondo i detrattori, compiendo questo gesto, Morandi avrebbe spalleggiato la causa del "padrone sfruttatore", di fatto disonorando le istanze che i lavoratori della Gdo cercano di sostenere invece che le aperture festive e domenicali indiscriminate vadano cancellate per restituire dignità agli operatori del settore.

Una visione, quella dei contestatori, non solo assolutamente reazionaria e ancorata a una realtà rimasta agli anni '70, ma anche assolutamente ipocrita. Per caso i lavoratori della Gdo, o i loro famigliari, quando riescono a ottenere la domenica o il festivo libero, stanno a casa a girarsi i pollici oppure escono, vanno a mangiare fuori, al cinema, a bere un caffè, in piscina o in palestra, leggono i giornali, guardano la televisione, prendono aerei o treni o viaggiano in autostrada? Per quale motivo il riposo di commessi e magazzinieri dovrebbe essere considerato più sacro di quello di baristi, camerieri, bagnini, lavapiatti, benzinai, casellanti, piloti e hostess? Ed escludo i lavoratori dei servizi di pubblica utilità volutamente, perché il mantra del "ma loro sono necessari" ha francamente stufato. I supermercati aperti di domenica, durante i festivi o ad orario prolungato servono – per esempio – proprio per permettere a infermieri, poliziotti, carabinieri, medici e chi più ne ha più ne metta, di poter anch'essi svolgere le proprie commissioni che, proprio a causa delle turnazioni H24, non riuscirebbero a svolgere nei momenti classici se non prendendo dei permessi.

Il problema è di natura economica? I turni festivi non vengono retribuiti quanto dovuto o il personale viene sfruttato per non assumere? Allora, forse, i lavoratori della Gdo dovrebbero protestare per questo e non metterla su un piano di rispetto del sacro riposo altrui, di fatto però pretendendo che altri lavoratori a quel riposo debbano rinunciare per partito preso per poter far divertire chi invece pensa di dover essere esentato da questo dovere per supposto diritto divino che, è bene ribadire, non esiste.

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Milanese, classe 1987, da sempre appassionata di politica. Il mio morboso interesse per la materia affonda le sue radici nel lontano 1993, in piena Tangentopoli, grazie a (o per colpa di) mio padre, che al posto di farmi vedere i cartoni animati, mi iniziò al magico mondo delle meraviglie costringendomi a seguire estenuanti maratone politiche. Dopo un'adolescenza turbolenta da pasionaria di sinistra, a 19 anni circa ho cominciato a mettere in discussione le mie idee e con il tempo sono diventata una liberale, liberista e libertaria convinta.
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