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Lavoro, l’equo compenso per i giornalisti precari è legge

Per la prima volta una norma tutela dallo sfruttamento i cronisti free lance italiani. Il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino: “Passo fondamentale, ma la lotta per la dignità del lavoro non è finita”.
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I giornalisti italiani hanno una legge che li tutela dallo sfruttamento, quella sull'equo compenso. Oggi pomeriggio il via libera definitivo dopo un lungo iter parlamentare, arrivato all'unanimità dalla commissione Cultura di Montecitorio convocata in sede legislativa. Il testo era già stato esaminato al Senato in seconda lettura.
Cosa prevede questa legge? Presto detto: contiene una serie di norme che fissano il compenso minimo per i cronisti free lance (quello per i contrattualizzati è normato dai collettivi Fieg-Fnsi e Aeranti Corallo). Insomma: le cifre sotto le quali non si può scendere. Si tratta di una remunerazione "proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, tenendo conto della natura, del contenuto e delle caratteristiche della prestazione nonché della coerenza con i trattamenti previsti dalla contrattazione collettiva nazionale di categoria in favore dei giornalisti titolari di un rapporto di lavoro subordinato". Ai sensi dell'articolo 3, a decorrere dal 1 gennaio 2013, la mancata iscrizione in tale elenco per un periodo superiore a sei mesi comporta la decadenza dall'accesso ai contributi in favore dell'editoria. La legge entrerà in vigore con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, entro 15 giorni e si applicherà ovviamente per gli iscritti all'Ordine dei giornalisti.

Come verrà stabilito qual è l'equo compenso? L'articolo 2 prevede l'istituzione, entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, della Commissione per la valutazione dell'equo compenso. La Commissione sarà in carica 3 anni ed è istituita presso il Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri. Entro due mesi dovrà produrre le cifre sotto le quali non si potrà scendere per la retribuzione ai cronisti; entro un anno sarà presentata alle Camere una relazione annuale sull'attuazione della legge. Soddisfatti anche i coordinamenti dei giornalisti precari, il Cgpc della Campania, Errori di Stampa Roma, Re:fusi Veneto, Il coordinamento Friuli, quello del Molise

Le reazioni. Soddisfatto il presidente dell'Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino, promotore dell'idea di un equo compenso per i giornalisti precari, idea poi "sposata" da alcuni parlamentari (Giulietti, Moffa, Carra per citarne soltanto alcuni): "Grazie soprattutto – dice Iacopino – ai tanti che, con paziente silenzio, hanno atteso questa legge, nata nella sede dell'Odg il 18 maggio 2012, vivendo sulla loro pelle lo sfruttamento. Si conclude una fase importante della mia vita. Non penso di aver saldato i miei debiti verso gli ultimi, trattati come schiavi non solo dagli editori. La lotta per la dignità non è finita". Il sottosegretario all'Editoria, Paolo Peluffo, ha espresso "viva soddisfazione per l'approvazione di una legge attesa da tempo". Secondo Peluffo "si è fatto un passo verso quel bisogno di equità che attraversa un settore dove si sono diffuse pratiche di precariato sottopagato. Tutti i gruppi in Parlamento si sono battuti con convinzione per varare un testo di legge condiviso ed equilibrato, grazie al quale si punti ad avere una proporzione tra la remunerazione e la quantità e qualità del lavoro non subordinato svolto dai collaboratori di giornali, agenzie, quotidiani telematici, emittenti radiotelevisive".

Equo compenso

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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