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Lavora in discoteca e non si sveglia in tempo per portare figlio a scuola: tribunale glielo toglie

Il caso arriva da Vicenza e ha come protagonista una 41enne – che lavora come pr e cameriera presso i locali della zona – e il suo bambino di 8 anni. Il tribunale: “Deve risolvere i problemi con l’alcol e cercare un’occupazione più consona”.
A cura di Biagio Chiariello
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Non sarebbe in grado di occuparsi del figlio di otto anni a causa del suo lavoro in discoteca e dei presunti problemi con l’alcol. Per questo motivo il tribunale per i minorenni ha tolto l’affidamento del figlio ad una mamma di 41 anni residente in provincia di Vicenza. Ora il bimbo, che frequenta la seconda elementare, è ospite di una struttura per minori ed è seguito da un’altra famiglia, ma la madre si è rivolta ad un legale con la speranza di riottenere al più presto suo figlio.

La vicenda è riportata dalla Stampa e dai giornali locali, i quali precisano che la donna ha cresciuto il piccolo da sola assieme alle amiche e alla madre. Le cose si sono complicate quando il bambino ha cominciato a frequentare la scuola elementare e la nonna, a casa della quale il bimbo dormiva quando la mamma era la lavoro, si è ammalata e non è più riuscita a prendersene cura. Per un po’ le assenze della mamma sono state compensate dai vicini di casa, ma le criticità con il passare del tempo si sono evidenziate sempre più: in particolare, lavorando come cameriera e pr in locali notturni, la 41enne non sarebbe riuscita a seguire opportunamente il figlio a scuola.

In alcune occasioni la donna non si sarebbe svegliata in tempo per accompagnare il figlio a scuola; in un’altra il piccolo avrebbe suonato ai campanelli dei condomini in cerca della mamma. Così sono arrivate le prime segnalazioni ai servizi sociali del comune dove la donna risiede. I giudici hanno così deciso di togliere, per il momento, alla donna il suo bambino. Il piccolo è stato affidato a una struttura per minori in difficoltà. La donna ha subito presentato istanza per riottenere l'affidamento, anche se i giudici non la ritengono in grado di provvedere al minore.

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