2.558 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

La storia della deputata M5S che vive in una casa popolare nascondendo il suo reale stipendio

La grillina Celeste D’Arrando, eletta alla Camera al collegio uninominale di Collegno, ha fatto sapere che pagherà tutti gli arretrati dell’affitto. E si giustifica così: “Vivo ancora con mia madre e mia sorella, ma sto già cercando un altro alloggio”. Ma dà la colpa Agenzia Territoriale per la casa di Torino:
A cura di Annalisa Cangemi
2.558 CONDIVISIONI
Immagine

Un nuova bega da risolvere per il Movimento Cinque Stelle. La deputata Celeste D'Arrando, eletta alla Camera al collegio uninominale di Collegno, in stretti rapporti con la sottosegretaria all'Economia Laura Castelli, si è ‘dimenticata' di comunicare all'Agenzia Territoriale per la casa di Torino una ‘mutata situazione reddituale', riferita agli anni 2016 e 2017, dovuta alla sua nuova condizione di parlamentare. La vicenda è uscita su ‘Lo Spiffero'. Una situazione, quella della grillina, che si è protratta anche nel 2018. La storia ricorda quella di Paola Taverna: la mamma della deputata M5S, che vive in un alloggio popolare convenzionato del Villaggio Leumann, cintura ovest di Torino, insieme alla figlia, costituendo un nucleo familiare, ha ricevuto nei giorni scorsi una diffida dell'ATC nella quale viene comunicato l'aumento del canone di locazione da 155 a 180 euro, con la richiesta del pagamento degli arretrati per i due anni precedenti, in tutto oltre mille euro.

Fino ad ora infatti per l'affitto di quest'abitazione la grillina ha pagato solo 115 euro al mese. Ma per avere accesso a questo canone agevolato il reddito di un cittadino non deve superare la soglia dei 42mila euro, mentre è di 21mila il tetto massimo per ottenere un alloggio popolare. Cifre che vengono superate dalla mutata condizione lavorativa della D'Arrando. Nell'ultimo Unico relativo al 2017 ha dichiarato al fisco un imponibile lordo di 13.900.

La deputata 33enne ha replicato così sul Corriere della Sera: "Vivo ancora con mia madre e mia sorella, ma sto già cercando un altro alloggio". Ma nella ricerca avrebbe incontrato difficoltà, dopo la sua elezione, avvenuta 10 mesi fa, dovendo fare frequenti trasferte a Roma per la sua attività di parlamentare. In verità la D'Arrando non ha segnalato all'ente delle case pubbliche nemmeno il suo penultimo scatto di carriera, avvenuto alla fine del 2015. "Lavoravo in un call center con un contratto Co.co.co, quando nel dicembre 2015 sono passata dal ruolo di operatrice a quello formatrice a tempo indeterminato. E questo mi ha portato a guadagnare 900 euro netti al mese". Un aumento comparso per la prima volta nella dichiarazione 2017 che però la deputata ammette di non aver comunicato, giudicandolo una variazione minimam, che però avrebbe determinato un incremento del canone d'affitto di 25 euro al mese.

Secondo la deputata, che ha fatto comunque sapere di voler pagare adesso gli arretrati, la colpa sarebbe però dell'Atc: "Ogni due anni l'ente esegue un censimento socio-economico dei nuclei assegnatari delle case popolari per verificare se esistono ancora i requisiti per la permanenza nell’alloggio e per aggiornare i canoni di locazione. Censimento che abbiamo regolarmente fatto nel 2016 e che aspettavamo di fare anche nel 2018, proprio per comunicare anche la mia variazione di reddito in virtù del mio nuovo ruolo dopo le elezioni del 4 marzo 2018. Censimento che però non è stato ancora effettuato dall’Agenzia". La sua difesa appare però in contrasto con quanto previsto all'articolo 7 del regolamento attuativo della legge regionale numero 3, che in Piemonte regola l'assegnazione delle case popolari: "L’assegnatario è tenuto a comunicare all’ente gestore ogni incremento della propria situazione economica, anche al fine di consentire, a decorrere dal mese successivo a quello dell’avvenuta variazione, l’adeguamento del canone di locazione".

Il presidente dell'Agenzia torinese per la casa, Marcello Mazzù, interpellato sulla vicenda ha detto:"Facciamo da un minimo di 7mila fino a 15mila controlli all’anno, con cui nel 2018 è stato permesso un riconteggio dei canoni pari a 1,3 milioni di euro. Ero a conoscenza di questa vicenda visto la delicatezza legata alla persona coinvolta. Di più non posso e non voglio dire".

Alessia Morani (Pd) ha attaccato la grillina su Twitter: "Sono così vicini al popolo che questa deputata vive in una casa popolare. È tutta una grande presa in giro. Da anni. Da anni"

2.558 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views