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La Grecia si spacca sulle misure di austerity, domani il voto in Parlamento

Mentre l’esecutivo perde pezzi con l’abbandono di alcuni Ministri, attesa febbrile per il voto di domani in Parlamento dove non pochi politici hanno minacciato il voto contrario. Papademos prevede caos incontrollato nel Paese in caso di vittoria dei no, ma le proteste di Piazza continuano senza sosta.
A cura di Antonio Palma
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Mentre l'esecutivo perde pezzi con l'abbandono di alcuni Ministri attesa febbrile per il voto di domani in Parlamento dove non pochi politici hanno minacciato il voto contrario. Papademos prevede caos incontrollato nel Paese in caso di no, ma le proteste di Piazza continuano senza sosta

Dopo l'annuncio dell'avvenuto accordo tra le forze politiche sulle riforme strutturali chieste dalla Troika, che avevano fatto ben sperare per il futuro della Grecia, da Atene è un susseguirsi di dichiarazioni che si smarcano dalla decisione e fanno sprofondare nuovamente nel caos  il Paese. I primi ad abbandonare Papademos e il suo Governo sono stati i Ministri del partito Laos, la formazione di destra che ha annunciato il suo voto contrario in Parlamento, rimescolando le carte e facendo scattare il campanello d'allarme per le sorti del Paese. La Grecia è ad un passo dal default perché se non saranno sbloccati al più presto quei 130 miliardi non riuscirà a ripagare i bond in scadenza. Nella concitata riunione di ieri il Premier Papademos è stato chiaro "la Grecia non può permettersi il fallimento" e chiunque non è disposto a votare il provvedimento di riforme è fuori dall'Esecutivo. Tutto si gioca in tempi stretti, dopo l'approvazione del Governo domani ci sarà il decisivo voto in Parlamento, il cui risultato influenzerà la scelta dell'Eurogruppo che mercoledì potrebbe sbloccare la seconda tranche di aiuti in caso di voto positivo.

CONTINUANO LE PROTESTE DI PIAZZA AD ATENE – "Un'esplosione sociale che potrebbe portare ad un caos incontrollato" che sconvolgerà la Grecia è la previsione di Papademos  in caso di affermazione dei no, mentre le proteste ad Atene continuano senza sosta. I pochi voti del Laos non sono determinanti ma la spaccatura dell'Esecutivo apre le porte ai tanti parlamentari perplessi, che potrebbero sconfessare in Aula l'accordo raggiunto dai loro leader. I conservatori di Nea Demokratia chiedono prossime elezioni politiche mentre i socialisti si spaccano generando ancora più confusione sugli schieramenti in campo. Tutti gli occhi dell'Europa sono puntati su Atene anche se in molti non gradiscono questa sorta di imposizione dall'esterno. L'approvazione del piano di austerity è necessario perché dall'Europa hanno chiesto garanzie scritte per l'accordo, ma nonostante questo l'intesa del Governo con i partiti non sembra piaciuta a tutti e molti analisti non credono possibile un recupero della Grecia. Sarà un fine settimana di fuoco non solo in Parlamento ma anche nella piazza, costellata di malcontenti e manifestazioni che proseguiranno ininterrottamente tra gli scioperi dei sindacati e le proteste spontanee dei cittadini.

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