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L’Isis si ritira dopo la battaglia di Palmira: salve le rovine del sito archeologico

L’esercito siriano è riuscito a respingere i miliziani dello Stato islamico fuori dalla città archeologica e le rovine del sito patrimonio dell’Unesco non sono state danneggiate. Lo assicura l’Osservatorio per i diritti umani.
A cura di Biagio Chiariello
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I jihadisti dell'Isis si sono ritirati dalle aree nord della storica città di Palmira in Siria, che avevano preso poche da nemmeno 24 ore. Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani, aggiungendo però che il gruppo terroristico controlla ancora un villaggio a nord della città. Fortunatamente le rovine del sito patrimonio dell'Unesco non sono state danneggiate. Lo conferma il direttore delle antichità e dei musei Mamoun Abdulkarim. “Oggi abbiamo buone notizie, stiamo molto meglio. Non ci sono danni alle rovine, ma questo non significa che non bisogna essere preoccupati", ha spiegato il direttore. I media jihadisti continuano ad affermare che l'avanzata dei terroristi continua, mentre il governo di Damasco smentisce, affermando di aver ripreso il "pieno controllo" della città. E’ stato il governatore provinciale Talal Barazi a confermare che i miliziani jihadisti dello Stato Islamico hanno abbandonato le zone settentrionali di Palmira: l’esercito sta bonificando le strade dalle bombe ma ”la situazione nel centro città e nei sobborghi è buona”, ha spiegato. Lo stesso Osservatorio siriano per i diritti umani ha intanto corretto il bilancio delle vittime della battaglia di ieri per il controllo di Palmira: tra esercito siriano e miliziani dell’Isis ci sarebbero circa 300 morti. Un numero drammaticamente più alto rispetto a quello diramato precedente: 76 morti.

Palmira (Siria)
Palmira (Siria)

L'Isis si ritira anche da Ramadi

Nel frattempo i miliziani dello Stato Islamico avrebbero lasciato anche  gli edifici governativi e municipali di Ramadi, 110 chilometri a ovest di Baghdad in Iraq, a causa dei raid dell’aviazione irachena e della coalizione internazionale anti Isis. Lo riferisce a Efe una fonte della sicurezza della provincia di al-Anbar. Precedentemente i jihadisti avevano preso il controllo del complesso governativo sollevando la propria bandiera sugli edifici ufficiali. E c’è da dire che le forze per le operazioni speciali degli USA affermano di aver compiuto un blitz in territorio siriano uccidendo un alto leader dello Stato islamico che si occupava di dirigere le operazioni del gruppo legate a petrolio e gas, e che è stato identificato come Abu Sayyaf, di origini tunisine.

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