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Isernia, 76enne avvelenato in ospedale: indagata infermiera, avrebbe agito per vendetta

Un uomo di 76 anni è morto in ospedale a Venafro dopo aver ingerito acido corrosivo. Una persona è indagata per omicidio volontario. Sarebbe una dipendente dell’ospedale, collega della figlia della vittima.
A cura di Susanna Picone
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La Procura di Isernia ha iscritto nel registro degli indagati una persona ritenuta responsabile della morte di Celestino Valentino, un uomo di 76 anni deceduto nell’ospedale di Venafro, dove era ricoverato, per ingestione di acido corrosivo. Il reato ipotizzato è omicidio volontario. “Le indagini sono ormai concentrate verso un'unica direzione”, ha detto all’Ansa il procuratore Paolo Albano. L'anziano era ricoverato nel reparto di lunga degenza dell'ospedale di Venafro ed è morto dopo essere stato avvelenato in corsia. Da quanto emerso, la persona indagata avrebbe somministrato all'anziano soda caustica. “Sulla natura del liquido – ha precisato il procuratore Albano – aspettiamo l'esito dei primi risultati dell'esame autoptico effettuato ieri dal dottor Guerriero. È questione di pochi giorni”.

Chi è la presunta assassina – Secondo alcune indiscrezioni, per il momento non confermate dalla Procura, la persona indagata per omicidio volontario sarebbe una dipendente dell'ospedale di Venafro che avrebbe agito uccidendo il 76enne in seguito a dei contrasti con un parente del paziente. È il quotidiano Il Messaggero, in particolare, a fornire altri dettagli sulla persona che sarebbe finita nel registro degli indagati. Si parla di una infermiera che non voleva essere trasferita da Venafro e che quando ha saputo che la sua collega sarebbe rimasta lì avrebbe deciso di fargliela pagare avvelenando il genitore. Era stato infatti proprio Valentino, scrive il quotidiano, a evitare alla figlia infermiera il trasferimento: lei sarebbe rimasta grazie alla legge 104, mentre la collega doveva andar via. Ci sarebbe dunque questo alla base del movente: il rancore della donna sarebbe montato in poche settimane per poi sfociare in un gesto dalle conseguenze irreversibili. L’uomo è morto il 25 giugno scorso, dopo due giorni di agonia.

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