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Intelligenza artificiale (IA)

Un passo oltre OnlyFans: abbiamo provato la chat dove l’IA vende le foto nude di cloni

Katie Price ha lanciato il suo clone erotico su OhChat: una versione AI che risponde h24, invia foto erotiche e non dice mai di no. La piattaforma promette sogni su misura, ma apre scenari inquietanti su privacy, dipendenza e identità.
A cura di Elisabetta Rosso
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Dorme lei, ma non il suo avatar. Mentre Katie Price si gode la vita offline, Jordan — la sua versione AI — resta online h24, pronta a chiacchierare, sedurre e inviare foto in topless. Dipende da tipo di abbonamento che hai sottoscritto. L'ex modella britannica è entrata nel mercato dei cloni virtuali su OhChat. La start up, lanciata nel 2024, crea repliche digitali di personaggi famosi. I clienti possono interagire con le modelle via chat, "vivere sogni senza censure" e ricevere immagini erotiche.

Abbiamo fatto alcune prove sulla piattaforma. Funziona come una chat erotica, poche censure, linguaggio spinto, e infine il messaggio che interrompe la conversazione per invitare l'utente a registrarsi e poi sottoscrivere un abbonamento. I prezzi partono da 4,99 dollari al mese fino a pacchetti VIP da 29,99 dollari per avere interazioni illimitate. La startup ha raggiunto oltre 200.000 iscritti, e promette un nuovo business erotico basato su copie fedeli di personaggi famosi, "la mia versione digitale è spaventosamente affascinante ed è proprio me", ha raccontato Price all CNN.

Da una parte, l’illusione di parlare con i propri idoli, dall’altra, una macchina che non dorme, non dimentica e non dice mai di no. Jordan – come tutti i cloni erotici su OhChat – è il partner ideale finché quel volto sintetico non si confonde con quello reale. E forse, a quel punto, è già troppo tardi.

Il mercato degli avatar erotici

Le attrici porno hanno già "clonato" sé stesse, e diverse influencer hanno creato una loro versione artificiale. Le ragazze virtuali non sono una novità, i bot che rispondevano sulle chat porno esistevano già negli anni ‘10 del 2000. Eppure ora grazie all’intelligenza artificiale si stanno trasformando: da esperimenti maldestri a un business remunerativo.

OhChat investe quindi in un mercato in crescita. Secondo Nic Young, CEO della piattaforma, "OhChat è il frutto dell'unione tra OnlyFans e OpenAI". Una volta attivati, gli avatar funzionano in modo autonomo, offrendo "infiniti contenuti personalizzati agli abbonati", ha spiegato alla CNN. Secondo Nic Young in futuro ogni creator o celebrità avrà un suo gemello digitale, e OhChat punta a essere la piattaforma di riferimento per le identità virtuale. Una possibilità per i creator di generare un reddito passivo grazie ai cloni virtuali.

Quali sono i rischi dei cloni virtuali

Gli avatar sessuali stanno sollevando questioni etiche. Il confine tra realtà e simulazione si fa sempre più sottile e i "fan più vulnerabili potrebbero affezionarsi eccessivamente agli avatar dei loro eroi e diventarne dipendenti", ha spiegato Éamon Chawke, socio dello studio legale specializzato in proprietà intellettuale Briffa, alla CNN. Non solo, "se il loro avatar venisse hackerato o avesse delle allucinazioni o dicesse per esempio di dire qualcosa di offensivo, potrebbe danneggiare gravemente l’immagine del personaggio pubblico".

Come ha spiegato a Fanpage.it Carlo Rosso, psichiatra e sessuologo, "in realtà gli androidi o robot del sesso (sexbot) e dell’amore sono già tra noi, e grazie alle innovazioni nell’ambito della meccanica, dell’elettronica e dell’intelligenza artificiale stanno diventando più realistici, sofisticati e quindi con sembianze, movimenti e capacità di interazione verbale sempre più simili a quelle umane. Quindi non è difficile immaginare che man mano che questo processo si affinerà, crescerà la possibilità per gli umani di instaurare legami sessuali e affettivi con i sexbot o con i partner virtuali nei chatbot".

Gli avatar infine, aprono anche nuovi dubbi sulla privacy degli utenti, infatti non è chiaro se vengano conservate o meno le conversazioni intime con le fidanzate o partner artificiali. I chatbot, così empatici, ci spingono a rivelare informazioni sensibili, soprattutto se parliamo di bot erotici, sessuali. Potrebbe quindi essere pericoloso affidare le proprie perversioni a una macchina.

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