Se i Napoletani Artificiali vi fanno solo ridere allora abbiamo davvero un problema

“Forza Napoli”. Su Instagram l’account Napoletani Artificiali ha oltre i 40.000 follower. Ci sono video che superano tranquillamente un milione di visualizzazioni. Vari i soggetti. C’è un paracadutista che decide di buttarsi nel Vesuvio. C’è uno Spiderman finto invalido e c’è anche la cronaca sportiva del Furto con Scippo, specialità delle Napolimpiadi. Tutto è stato creato con l’intelligenza artificiale.
Lo sfondo delle clip è razzista. Ogni video dura pochi secondi e prende in giro i luoghi comuni di Napoli in modo diretto. Non è il solo progetto degli autori della pagina. Dopo Napoletani Artificiali gli autori hanno creato anche altre pagine simili. C’è Calabresi Artificiali, dove tutti i protagonisti sono dipinti come scimmie e c’è Milanesi Artificiali. Qui il protagonista è un uomo con sciarpa arcobaleno. Per ora registriamo solo un video in cui vengono presi in giro i costi degli affitti a Milano.
Prometeo e il fuoco dell’intelligenza artificiale
Basta vedere i nostri social. Fino quattro anni fa scorrendo tra immagini e post non c’erano molti dubbi. Le immagini che guardavamo erano vere. O meglio. Erano state scattate o riprese da esseri della nostra specie. Al massimo modificate. Poi dall’autunno del 2022 l’intelligenza artificiale ha smesso di essere materia da accademia o fantascienza ed è entrata nei nostri flussi. Forse il primo caso che ha davvero sollevato dei dubbi è stato quello del piumino di Papa Francesco.
Negli ultimi mesi sono stati rilasciati diversi modelli di intelligenza artificiale ottimizzati per i video. Il più noto è stato Veo 3, il modello lanciato dall’intelligenza artificiale di Google. Ma poi ne sono arrivati anche altri. Ora fare un video con l’intelligenza artificiale è alla portata di chiunque sia in grado di scrivere un buon prompt. Se non avete idee, trovate guide ovunque.
L’effetto ora è evidente. TikTok e Instagram sono social basati sui video. Le connessioni reggono il flusso dei dati, si scorre velocemente tra un clip e l’altra. Ormai è facile trovare contenuti creati con l’intelligenza artificiale. Finti influencer, frutti con consistenze impossibili, personaggi dei manga trasformarti in attori con qualche riga di codice. Come il fuoco di Prometeo, così l’intelligenza artificiale è stata data agli uomini. Certo, i risultati non sono proprio gli stessi.
I rischi di abituarsi all’intelligenza artificiale
Lasciamo perdere il valore del contenuto. Parecchio scadente. Pagine come Napoletani Artificiali, Calabresi Artificiali o Milanesi Artificiali stanno infilando nei nostri reel video fatti con l’intelligenza artificiale senza che ci siano segnalazioni. Per vedere che si tratta di intelligenza artificiale bisogna aprire la descrizione dove vien buttato lì qualche hashtag tipo #ia.
E allora qual è il problema? È l’abitudine a questi contenuti a consumare la nostra attenzione. Vediamo i linguaggi, i colori e i movimenti generati dall’intelligenza artificiale che entrano nel nostro flusso di contenuti. Avevamo già visto un caso simile con i video dei tifosi dell’Inter dopo la finale: immagini virali e migliaia di commenti tutti scatenati contro qualche agglomerato di pixel.
Iniziamo ad abituarci, a non chiederci più se quello che abbiamo davanti è fatto con l’intelligenza artificiale o no. Oggi sono meme. Volgari quanto volete ma comunque meme. Domani gli stessi video possono diventare propaganda politica.