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Perché per la prima volta 33 Stati americani hanno deciso di dichiarare guerra a Instagram

È da tempo che gli occhi sono puntati sulle strategie messe in atto dai social media per aumentare il coinvolgimento degli utenti, ora i procuratori degli Stati Uniti hanno denunciato Meta.
A cura di Elisabetta Rosso
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"Meta ha sfruttato tecnologie potenti e senza precedenti per attirare, coinvolgere e in definitiva intrappolare giovani e adolescenti", si legge nella denuncia presentata da 33 Stati, tra questi California e Illinois. "Il suo scopo è solo il profitto." Altri nove Stati dovrebbero aderire alla causa, il numero totale salirebbe quindi a 42. Meta è accusata di aver messo in atto strategie per far rimanere più tempo possibile gli adolescenti su Instagram, pur sapendo che avrebbe danneggiato la loro salute mentale. I procuratori generali hanno spiegato che l'azienda di Mark Zuckerberg avrebbe ripetutamente e consapevolmente ignorato i rischi, inducendo gli adolescenti a un uso compulsivo dei social media. Carl Tobias, presidente della University of Richmond School of Law, ha detto al Guardian: "Meta utilizza le informazioni degli utenti per garantire il massimo coinvolgimento, nonostante le sue ricerche interne mostrino chiaramente i possibili danni che i prodotti dell'azienda infliggono ai più giovani."

Meta ha ribattuto: "Siamo delusi dal fatto che invece di lavorare in modo produttivo con le aziende di tutto il settore per creare standard chiari e adeguati all'età, i procuratori generali abbiano scelto questa strada." In realtà però è una strada che è già stata battuta. Joe Biden nel suo discorso sullo stato dell'Unione a febbraio 2023 ha incentivato il Congresso ad approvare una legislazione per proteggere gli adolescenti dai social. Diversi legislatori statali hanno già introdotto progetti per limitare l’esposizione dei minori online. Per esempio in Arkansas è stato approvato un disegno che prevede il consenso dei genitori per accedere alle piattaforme. In Texas invece hanno proposto un regolamento ancora più duro che vieterebbe del tutto gli account social per i minori. Il governatore repubblicano dello Utah, Spencer J. Cox, ha invece firmato un ampio disegno di legge sui social media per limitare e controllare l'accesso dei giovani ad app come TikTok, Instagram e Facebook.

Tutto è iniziato con Frances Haugen

È da tempo che gli occhi sono puntati sulle strategie messe in atto dai social media per aumentare il coinvolgimento degli utenti. Il caso è stato aperto da Fraces Haugen, ingegnere informatico e wistleblower. Ad aprile 2021 dopo essersi licenzia da Facebook, ha consegnato 22.000 pagine di documenti interni al Wall Street Journal. Dentro c'erano tutti i peccati del social di Mark Zuckerberg. Dall’influenza dell’algoritmo sull'instabilità politica di molti Paesi, ai traffici di esseri umani sulla piattaforma. Nei documenti venivano anche segnalati i problemi legati alla salute mentale degli adolescenti. "Non volevo tenere per me segreti che avrebbero potuto mettere in pericolo la vita delle persone", ha raccontato Haugen a Fanpage.it.

"Quasi nessuno al di fuori di Facebook sa cosa succede all’interno di Facebook. L'azienda nasconde intenzionalmente informazioni fondamentali", tra queste i danni sulla salute dei minori che sceglie di ignorare, "l'azienda ha messo davanti i suoi interessi e i suoi profitti a scapito degli adolescenti, pur sapendo i rischi che corrono a rimanere sulle loro piattaforme".

I social pericolosi per gli adolescenti

Meta non è l'unico social ad utilizzare tattiche che si rivelano poi nocive per i minori. A inizio 2023 più di 100 famiglie hanno presentato una denuncia accusando Meta, Snapchat, Google e la società madre di TikTok, ByteDance, di danneggiare gli adolescenti. Il caso è ancora aperto e in una dichiarazione congiunta gli avvocati delle famiglie hanno spiegato che la causa intentata dai procuratori degli Stati Uniti rappresenta "un passo significativo, sottolinea l’innegabile urgenza di affrontare l’impatto delle piattaforme di social media che creano dipendenza e sono dannose, una questione di fondamentale che deve preoccupare a livello nazionale, poiché continua a contribuire ai problemi di salute mentale tra i giovani americani”.

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