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L’immagine della Venere-Influencer è pure sgranata (e c’è un motivo)

La Venere di Botticelli è la nuova testimonial dell’Italia all’estero per il Ministero del Turismo. La campagna ha sollevato parecchie critiche per la scelta grafica, ma non solo. Per la sua presentazione sul portale del Minsitero è stata scelta una versione sgranata.
A cura di Valerio Berra
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La Venere di Botticelli nella nuova campagna social del Ministero del Turismo non è stata esattamente abbracciata da un ventaglio di ovazioni. È quasi irriconoscibile. Non poggia sulla sua conchiglia, non ha Zefiro che le soffia accanto, è fasciata con vestiti che occhieggiano a qualsiasi trend di moda che si possa incrociare su Instagram. E invece di coprirsi il corpo nudo con i suoi capelli si limita a scattarsi selfie in piazza S. Marco a Venezia o mangiarsi pizze su un tavolo vista lago di Como. (Con dei limoni e uva usati come centrotavola). Tutto con il claim “Open To Meraviglia”. Ma c’è anche un altro particolare che sta facendo discutere chi ha qualche competenza di informatica.

Le critiche alla Venere Influencer

La campagna presentata dalla ministra Daniela Santanchè sta attraversando critiche da fronti diversi. Dario Nardella, sindaco Pd di Firenze, ha definito il progetto “Scontato, banale, macchiettistico”. Vittorio Sgarbi, Sottosegretario alla cultura ha contestato il fatto di vestire un’opera d’arte che trova la sua bellezza anche nella nudità: “Roba da Ferragni”. Altri invece sono più possibilisti, la campagna è rivolta al turismo estero e quindi la scelta grafica del Ministero del Turismo potrebbe incuriosire chi dell’Italia conosce ancora poco. Leonardo Marras, assessore al Turismo della Toscana del Pd, è più aperto: “Vediamo se è efficace”.

Le immagini prese da WhatsApp

Al netto della scelta editoriale, c’è qualcosa a livello informatico che non torna molto. L’immagine della Venere di Botticelli in bicicletta caricata sul portale del Ministero del Turismo per lanciare in non sembra esattamente in alta definizione. Anzi. Anche senza fare zoom la Venere risulta sgranata. Strano, visto che il costo totale dell’investimento per tutto il progetto pubblicitario è di nove milioni di euro (che prevedono anche video, campagne social e di affissione).

Di solito gli studi grafici che si occupano di questo genere di operazioni forniscono qualsiasi tipo di formato, appunto per adattarlo ad ogni cosa. Facendo un’analisi del portale del Ministero del Turismo abbiamo verificato che l’immagine utilizzata sulla pagina che lancia la campagna è stata caricata con una risoluzione pessima (1024 x 350 pixel). E il motivo si può capire dal nome con cui è stata salvata sulla piattaforma: “WhatsApp-Image-2023-04-20-at-10.20.29”. Metodo per altro utilizzato anche con altre immagini pubblicate dal portale.

Senza perdersi in analisi eccessive, chi ha caricato l’immagine della nuova campagna pubblicitaria del Ministero del Turismo ha preferito usare la foto girata su WhatsApp in qualità ridotta invece che quelle originale che verranno poi caricate sui social o usate per creare poster e locandine. Open to Meraviglia.

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