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Lo strambo caso delle carte dell’Inps: invece di Pikachu c’è il Congedo Parentale

All’ultima edizione di Lucca Comics&Games, l’INPS ha distribuito carte in stile Pokémon TCG per spiegare welfare e previdenza ai giovani. Le carte sono andate a ruba. Al momento non sono noti i prezzi di rivendita ma questa campagna di comunicazione è un sintomo di quello che sta diventando il mercato delle carte collezionabili.
A cura di Lorena Rao
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Il mercato delle carte collezionabili funziona bene. Lo ha capito pure l’Inps, presente anche quest’anno tra gli stand di Lucca Comics&Games. L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha distribuito gratuitamente presso il proprio stand carte in stile Magic o Pokémon per avvicinare i visitatori della fiera a temi come il welfare. Invece che nuovi Pokémon o vecchi incantesimi, nelle carte si potevano trovare la NASpi, una mossa Anti Neet, o la mossa  Congedo Parentale.

Idea curiosa, certo. Lo scopo della campagna di comunicazione però era abbastanza lineare: spiegare la burocrazia ai giovani. Qualche critica è arrivata. Alcune illustrazioni sembrano costruite con l'intelligenza artifciale. Le carte comunque sono finite negli albi dei visitatori. Sai mai che acquistano valore.

L’isteria per le carte collezionabili

Il set si ispira ai più popolari giochi di carte collezionabili come Magic: The Gathering e Pokémon. Non a caso, alcuni siti di cultura nerd hanno ribattezzato l’iniziativa in INPS TGC, Trading Card Game. Al di là dei meme, l’operazione promossa dall’Istituto testimonia l’enorme successo dei card game tra gli appassionati. Una vera e propria mania, che fa impazzire tanto i millenial quanto le generazioni zeta e alpha.

Per non parlare del risvolto economico. A settembre scorso, è stata venduta all’asta una carta Pokémon di Pikachu al prezzo di 4 milioni di dollari. Una cifra che surclassa i 2 milioni di dollari pagati dal rapper statunitense Post Malone per accaparrarsi l’Ultimo Anello, un pezzo unico di Magic ispirato al Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien. Al di là dei casi eccezionali, è in atto da tempo una corsa sfrenata per ottenere le carte più prestigiose di nuovi set. Emblematico il caso del pre-lancio di Magic x Final Fantasy, tra impennate di prezzi, scarsità di unità e preordini cancellati.

Il valore elevato delle carte, a cui si aggiunge la febbre da collezionismo, ha provocato negli ultimi anni un aumento di furti di carte collezionabili in tutto il mondo, Italia inclusa. Il caso più recente risale al 9 ottobre scorso, quando due trentenni del Padovano hanno rubato le carte Pokémon di un collezionista romano. Una refurtiva dal valore di 24mila euro. Alla fine i ladri sono stati rintracciati dalla polizia locale e il bottino riconsegnato al legittimo proprietario. Ciò non toglie che furti, truffe e rapine per ottenere carte rare sono in aumento, soprattutto in Giappone. Emblematica la rapina di carte Pokémon avvenuta a luglio scorso presso un negozio specializzato di Kasamatsu per carte dal valore complessivo di 13,7 milioni di yen (circa 94.000 dollari). Non è l’unico caso.

Il mercato delle carte collezionabili

Secondo diverse analisi di settore, il mercato globale dei giochi di carte collezionabili vale oggi tra i 7 e i 13 miliardi di dollari. Una crescita costante, trainata dalle ristampe, dalle collaborazioni crossmediali e dal fiorente mercato del secondo collezionismo online. Piattaforme come eBay, Cardmarket o Whatnot sono diventate borse di scambio dove i prezzi oscillano in base a domanda, rarità e stato di conservazione, non diversamente da quanto avviene nel mondo dell’arte o dei titoli azionari. In Giappone e negli Stati Uniti, alcuni investitori hanno persino iniziato a considerare le carte da gioco come asset alternativi, cioè capaci di garantire rendimenti nel lungo periodo.

Un fenomeno che si traduce in un’economia parallela fatta di fiere, aste, valutazioni, video di unboxing e servizi di autenticazione e grading professionale, utili a stabilire il valore reale di una carta. Tra nostalgia, speculazione e passione, il collezionismo si conferma una delle più longeve suttocultura della contemporaneità pop, capace di rinnovarsi a ogni generazione senza perdere il fascino originario del “pezzo raro”. E chissà che un giorno anche le carte dell’INPS, distribuite per gioco a Lucca, non diventino a loro volta oggetti da collezione. Al momento non esistono prove di un mercato secondario, ma l’interesse suscitato durante la fiera lascia intendere che il confine tra iniziativa promozionale e cult da nerd è più sottile di quanto sembri. In fondo, nel mondo dei collezionisti, tutto può acquisire valore. Basta che qualcuno lo desideri abbastanza.

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