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Intelligenza artificiale (IA)

L’intelligenza artificiale svela tutto lo sfondo della Gioconda ma il risultato non piace a nessuno

Su Twitter sono stati pubblicati molti commenti negativi per l’esperimento con l’IA di Photoshop. In realtà però, il problema sta da un’altra parte, il nuovo tool non vuole sostituire gli artisti ma potrebbe prendere il posto dei creativi che usano l’arte per fini commerciali.
A cura di Elisabetta Rosso
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È l’eterno problema dei classici. Nessuno li deve toccare. Devono restare immutati nelle loro teche di vetro. Per questo sui social gli utenti stanno puntando il dito contro l’intelligenza artificiale di Photoshop che ha allargato lo sfondo della Gioconda. Eppure nessuno ha “toccato” il dipinto di Leonardo Da Vinci. L'originale rimane appeso nella stanza 711 del Louvre. Tutto il resto è un gioco e i veri problemi stanno da un’altra parte. Che poi, il vero rumore si poteva fare quando Marcel Duchamp disegnò i baffi sul dipinto, li sì che c’era l’intenzione di ricreare un’opera d’arte. Ma indignarsi di fronte a esperimenti sul web che prendono come cavia la Gioconda per testare la nuova intelligenza artificiale di Photoshop, forse è eccessivo. Sono peggio le tazze souvenir che deformano il volto di Monnalisa sulla superficie curva.

Come dicevamo il problema è un altro, ed è sempre bene non disperdere le energie in moralismi da social che alla fine confondono solo le acque. Il dipinto allargato è solo la testimonianza di cosa potrebbe fare Photoshop nel prossimo futuro. Questo tool (non l'intelligenza artificiale in generale ma la funzionalità outpainting) è pericoloso soprattutto per i creativi che usano l’arte a fini commerciali. Basta pensare ai fotografi per prodotti, ai grafici, ai creatori di immagini stock. D’altronde servono solo 20 euro e nessuna competenza tecnica per sostituire uno sfondo, allargare un’immagine, o aggiungere un dettaglio.

Quello della Gioconda non è uno sfondo come altri

Un utente ha scritto su Twitter: “Vi siete mai chiesti che aspetto abbia il resto della Gioconda? Ho ottenuto Adobe Firefly per aiutarmi a riempire lo sfondo per me con la potenza dell'intelligenza artificiale. Ecco come appaiono gli sfondi dei dipinti più famosi del mondo con l'intelligenza artificiale", ha scritto. Ha postato il risultato. Oltre i confini del mezzo busto chiuso in un 77 x 53, l’intelligenza artificiale ha costruito un paesaggio montuoso in linea con lo stile di Da Vinci. E lo sfondo della Gioconda è tutt’altro che irrilevante. L’impressione di infinito restituita dal dipinto non è un caso. Per la prima volta, infatti, viene dipinta l’aria (grazie ai numerosi studi dell’artista sull’atmosfera).

La prospettiva per i pittori del ‘400 era per lo più matematica, fissato un punto si costruiva lo sfondo sulle direttive convergenti. Leonardo va oltre e restituisce il senso di distanza disegnando la consistenza dell’aria, e così le rocce in lontananza si schiariscono fino a confondersi con il cielo. L’intelligenza artificiale mantiene questo tratto con la sua funzionalità outpainting. E ci riesce grazie al modello Adobe Firefly, addestrato su milioni di opere d'arte da Catalogo di foto d'archivio. Firefly utilizza i dati ingeriti per sintetizzare continuazioni plausibili dell'opera d'arte originale. In realtà però, quella che è stata considerata dagli analisti del dipinto la ringhiera di un portico, è stata trasformata dall'IA in una specie di sentiero alle spalle della Gioconda.

L'utente ha anche pubblicato altre opere d'arte ampliate dalla funzionalità outpainting, come La notte stellata di Van Gogh, i Nottambuli di Edward Hopper, parte del Trittico del Giardino delle delizie di Hieronymus Bosch, Il Ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan van Eyck, o la Nascita di Venere di Botticelli.

I commenti indignati degli utenti

I commenti non sono stati entusiastici. Un utente ha scritto: "Il resto dello sfondo non è importante per l'immagine, ecco perché l'artista ha scelto di non includerlo". Un altro:  “Non c'è nessun ‘resto della Gioconda‘. La Gioconda esiste solo all'interno dei confini in cui l'artista l'ha creata”. Siamo tutti d’accordo, la Gioconda come già dicevamo è conservata intatta al Louvre, questo è solo un esperimento per testare l'intelligenza artificiale. Un altro scherzando ha scritto: “Finalmente, l'IA ha rivelato la verità che la storia ci ha nascosto. La Gioconda non aveva gambe”, allude al fondo del quadro, inscurito, che non lascia intravedere appunto le gambe della Gioconda.

Un altro ancora: “I suggeritori di intelligenza artificiale non sono artisti e le loro immagini di conchiglie generate dall'intelligenza artificiale non dovrebbero essere elogiate dalla comunità artistica. Nessuno al museo capisce come vengono create le immagini AI? In che modo l'IA impara a crearli? Le immagini AI sono plagio, come potete partecipare consapevolmente a questo? È tutto così fottutamente deludente".

Ron Cheng, membro del consiglio di Yale Visual Arts Collective, ha invece detto allo Yale Daily News: "Tutta questa arte è presa senza il consenso di questi artisti e le leggi esistenti non li proteggono davvero. Penso che ci siano abbastanza artisti là fuori in cui non dovrebbe esserci davvero bisogno di fare in modo che l'IA lo faccia”, e qua solleva un altro dilemma quello del diritto d’autore. Un problema però molto più pressante per generatori d’arte come Midjourney che dal nulla creano opere ispirate e anche copiate da artisti esistenti, non così rilevante per la funzionalità outpainting che si limita ad allargare un'immagine esistente. Come già dicevamo, può essere un problema per i creativi che lavorano con i software per modificare o correggere le immagini.

Gli esperimenti sull'IA di Photoshop

Diversi utenti ha testato il nuovo strumento. Noi abbiamo provato ad ampliare alcune fotografie storiche, dalla Ragazza Afgana di Steve McCurry, al Falling soldier di Robert Capa, in mezzo c’è anche lo storico sfondo di Windows, l’allunaggio e Bernie Sanders, le abbiamo caricate su Photoshop e testato la sua nuova funzionalità. È bastato guardare qualche video su TikTok e, in una mattinata, abbiamo capito come si eliminano le ultime barriere che dividono l’autentico dal falso.

C'è anche chi ha provato ad allargare le copertine degli album iconici come Nevermind e chi invece ha disegnato con l’intelligenza artificiale lo sfondo dietro ai meme più celebri del web. Usando Generative Fill, un utente ha caricato i meme come ‘fidanzato distratto' e ‘ Nascondi il dolore Harold ‘ come test su Photoshop. “ Angoli di meme invisibili. Ecco come apparivano i meme famosi da dietro la telecamera”, ha scritto.

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