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Elon Musk vuole eliminare da Twitter 1,5 miliardi di account

Il nuovo obiettivo è stato annuncianto nelle ultime ore. Intanto la giornalista Bari Weiss ha pubblicato il secondo capitolo dei Twitter Files, la serie di inchieste nate da documenti interni all’azienda che mostrano la gestione del social network prima dell’arrivo di Musk.
A cura di Valerio Berra
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Ogni giorno una notizia. Ogni giorno un tweet controverso. Ogni giorno un lancio per riempire le pagine di agenzie stampa e giornali. Che sia strategia o un vero rinnovamento, Elon Musk sta riuscendo con cadenza quasi quotidiana a far parlare di Twitter, social network che fino all’inizio del 2022 non era esattamente in cima alle classifiche di download e ricerche.

L’ultima stoccata del nuovo Ceo riguarda un grande piano di smaltimento destinato agli account non utilizzati. “Twitter inizierà presto a liberare spazio per nuovi nomi cancellando 1,5 miliardi di account”, ha scritto Elon Musk, chiaramente su Twitter. E poi ha aggiunto: “Parliamo di cancellazioni di account senza tweet e senza accesso per anni”.

È sempre un periodo di lavoro “in modalità hardcore” per i dipendenti del social. Visto anche che adesso alcuni dei loro uffici sono stati adibiti a stanze dormitorio per non perdere tempo prezioso nel tragitto casa-lavoro. Una mossa che l’azienda avrebbe deciso senza chiedere permessi e su cui ora stanno indagando le autorità di San Francisco.

Il secondo capitolo dei Twitter Files

Intanto Elon Musk continua con la pubblicazione dei Twitter Files, una serie di inchieste nate da documenti interni di Twitter che svelano tutti i retroscena del social network. Il fatto che sia lo stesso Musk a rilanciare le inchieste e con buona probabilità anche a passare i documenti potrebbe sembrare una pratica masochista. Il messaggio dietro questa policy però è più complesso: “Prima funzionava così, ora con me avrete prima di tutto trasparenza”.

Il primo capitolo dei Twitter Files riguardava le pressioni arrivate al social network per occultare notizie scomode per la politica. Pressioni arrivate sia dal Partito Democratico che dalla Casa Bianca guidata da Donald Trump. Ora invece il tema dello shadow ban, una modalità di moderazione dei contenuti in cui l’utente non viene esplicitamente bannato ma i suoi tweet perdono interazioni perché arrivano nel feed dei suoi follower.

Nel 2018 Vijaya Gadde (allora a capo del team Legal Policy and Trust) e Kayvon Beykpour (Head of Product) avevano detto: “Noi non usiamo lo shadow ban e soprattutto non oscuriamo gli utenti basandoci su un giudizio che riguarda posizioni politiche o ideologie”. In diversi immagini che mostrano le schermate su cui lavorano i dipendenti di Twitter si possono vedere chiaramente etichette applicate agli utenti chiamate “Trends Blacklist”. Il secondo capitolo dei Twitter Files è stato pubblicato dalla giornalista Bari Weiss.

Come Twitter sta reagendo alle scelte di Elon Musk

Reputation Science ha pubblicato un rapporto che analizza le conversazioni con protagonista Elon Musk sui social network. Solo in Itali fra commenti e post i contenuti pubblicati negli ultimi 30 giorni con protagonista Elon Musk sono stati circa 200.000, in tutto il mondo oltre 25 milioni. Il dato interessante riguarda il sentiment legato a questi contenuti.

Uno su quattro (in totale il 24%) è totalmente negativo. Quelli totalmente positivi sono il 18% ma riguardano attività di Elon Musk che vanno oltre Twitter e riguardano soprattutto SpaceX. Il resto dei contenuti ha un sentiment che si può definire neutro. Reputation Science ha stimato che le critiche più dure sono collegate al licenziamento dei dipendenti.

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