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Così criminali e cartelli della droga useranno i droni per uccidere

La denuncia arriva dal Future of Life Institute, secondo il quale lo sviluppo delle armi autonome in ambito militare porterà a una loro diffusione anche tra i civili.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Quello delle armi autonome, montate su robot o droni capaci di muoversi autonomamente per raggiungere il loro bersaglio, è un problema che si sta facendo complesso e urgente da risolvere. La denuncia arriva dall'organizzazione Future of Life Institute che nelle scorsi giorni ha tentato di sensibilizzare l'opinione pubblica con una intervista che descrive quello che potrebbe succedere se aziende e governi insistono nel voler investire in tecnologie di aggressione automatizzate, guidate da intelligenze artificiali che riescono a riconoscere e mettere nel mirino gli esseri umani.

I dispositivi che ricadono sotto la dicitura di armi autonome sono molteplici – da quadricotteri stipati di esplosivi e con videocamere a riconoscimento facciale che riconoscono il loro obbiettivo, fino a droni su ruote o su gambe che possono montare armi da fuoco sul dorso per compiere missioni per conto proprio. In comune hanno tutti un aspetto: l'utilizzo di algoritmi di intelligenza artificiale che permettono ai robot di portare a termine in autonomia la navigazione, il riconoscimento degli obbiettivi e gli altri compiti richiesti per uccidere l'obbiettivo impostato. Al momento queste tecnologie vengono esplorate per l'utilizzo in ambito militare e a lavorarci sono eserciti e aziende che si rivolgono alle forze di difesa dei governi, ma questo non vuol dire che non pongano problemi.

I pericoli dei robot killer

Il primo è che questi droni possono essere impostati con istruzioni molto vaghe e poi lasciati agire autonomamente eliminando ogni valutazione umana da un processo che invece di vite umane ne finisce per togliere. Il secondo è che una volta che i dispositivi vengono prodotti e venduti, possono finire attraverso il mercato nero anche nelle mani dei civili. Non sarebbe la prima volta che succede, anzi: l'industria delle armi ha già dimostrato di essere estremamente permeabile in questo senso, finendo indirettamente a rifornire criminali e fazioni di guerriglieri.

Al servizio di chiunque

Le conseguenze che si nascondono specialmente dietro a quest'ultimo aspetto non sono difficili da immaginare. Considerando che la tecnologia dietro ai dispositivi a guida autonoma è destinata a farsi sempre meno costosa, non è lontano il momento in cui i robot killer potranno essere acquistati e impostati da chiunque – dal crimine organizzato a cittadini privati. Chinque potrà insomma mettere nel mirino testimoni scomodi, pubblici ministeri agguerriti o semplici individui colpevoli solo di aver fatto un torto alla persona sbagliata – il tutto in modo difficile da tracciare e senza mettere a repentaglio l'incolumità dei mandanti.

Per il Future of Life Institute l'unico modo per impedire il concretizzarsi di questo scenario è fermare lo sviluppo di queste armi prima ancora che si diffondano in ambito militare. Sfortunatamente però le cose in questo senso non stanno andando per il meglio: durante l'ultima riunione delle Nazioni Unite sul tema che si è tenuta pochi giorni fa, non è stato raggiunto alcun accordo unanime sul divieto all'impiego delle armi autonome.

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