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Chiude anche Getir, perché le app di food delivery stanno scappando dall’Italia

La startup turca ha deciso di giocare sul sicuro e investire nei suoi mercati più solidi. Getir non è la prima app di delivery a lasciare l’Italia.
A cura di Elisabetta Rosso
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Getir lascerà l'Italia, la Spagna e il Portogallo. Non è la prima, già a giugno Uber Eats aveva deciso di lasciare il Paese per investire in mercati più redditizzi, e anche Getir segue la stessa strategia. Investirà nel Regno Unito, negli Stati Uniti, in Germania, nei Paesi Bassi e in Turchia, i Paesi che generano il 96% dei ricavi. Come spiega l'azienda: “L’uscita di Getir da questi tre mercati le consentirà di concentrare le proprie risorse finanziarie sui mercati esistenti in cui le opportunità di redditività operativa e crescita sostenibile sono maggiori. Getir è molto grata per il duro lavoro e la dedizione di tutti i suoi dipendenti in Spagna, Portogallo e Italia”. Strategie a parte, l'uscita di scena di Getir è un sintomo.

Nel 2022 il food delivery ha fatturato in Italia 2,8 miliardi di euro, corrisponde a circa il 4-5% del volume d'affari complessivo dei servizi di ristorazione. Ora cominciano le chiusure a macchia di leopardo. Luciano Sbraga, direttore del Centro Studi di FIPE Confcommercio ha spiegato a Adnkronos: “Il mercato del food delivery è molto competitivo e occorrono investimenti importanti anche da un punto di vista tecnologico. Inoltre, chi usufruisce di questi servizi come i ristoranti e le pizzerie, una platea di circa 25.000-30.000 esercizi, paga elevate commissioni che toccano anche il 30-35%”. Dopo il boom legato alla pandemia è quindi necessario rivedere in parte la struttura del settore. In Italia ora il food delivery sta attraversando una fase di consolidamento, si riducono le entrate e aumentano le difficoltà operative. Il rischio è un’ulteriore concentrazione del mercato, con le piattaforme più grandi che cercano di acquisire quote di mercato da parte dei concorrenti più piccoli.

Come funziona Getir

Getir è una startup turca fondata nel 2015, che, fino al 2023, ha offerto servizi in Turchia, Regno Unito, Olanda, Germania, Francia, Spagna, Italia, Portogallo e Stati Uniti. La startup si rifornisce in specifici supermercati di appoggio che non sono aperti al pubblico, i fattorini completano la spesa e poi la consegnano all'indirizzo di casa con scooter elettrici. È anche possibile usare il corriere per le consegne dei ristoranti. In Italia, Getir, era attivo a Milano, Roma e Torino.

L'addio di Uber Eats

Getir non è la prima, già Uber Eats a giugno aveva deciso si chiudere i suoi servizi in determinati Paesi. La strategia che muove queste scelte è sempre la stessa, investire solo in quei mercati dove riescono a collocarsi al primo o al secondo posto. Per esempio in Italia la parte alta della classifica è occupata da Just Eat e Glovo. "Non siamo cresciuti in linea con le nostre aspettative per garantire un business sostenibile nel lungo periodo. Ecco perché oggi siamo tristi nell’annunciare che abbiamo preso la difficile decisione di interrompere le nostre operazioni di consegna di cibo in Italia tramite l'app Uber Eats" aveva scritto Manuele de Mattia (comunicazioni Uber Eats), sul sito dell’azienda.

Perché Getir ha deciso di chiudere

Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno risposto all'annuncio dei licenziamenti di Getir con una nota. “Con uno scarno comunicato della casa madre turca, Getir comunica la chiusura e il licenziamento dei circa 370 lavoratori ad oggi impiegati. Le motivazioni addotte sono le solite: bassa profittabilità, risultati non i linea con gli obiettivi, e investitori non intenzionati a sostenere ulteriori investimenti”.

Poi aggiungono: “Nulla di nuovo in un settore, quello del food delivery, che vede un susseguirsi di crisi aziendali con migliaia di lavoratori lasciati letteralmente a piedi. Una bolla che sta scoppiando sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori del settore. Centinaia di famiglie che, da un giorno all’altro vedono messo in discussione il loro futuro. Getir ha potuto sfruttare i benefici derivanti dall’essere sulla carta una startup, per decidere poi, al termine di tale periodo, di lasciare il nostro Paese".

Secondo i sindacati l'azienda ha sfruttato manodopera con inquadramenti al ribasso e prima di prendere questa decisione avrebbe dovuto sedersi al tavolo con le organizzazioni sindacali per provare a sanare la situazione. "Al contrario, è arrivata la doccia fredda. Tavoli di confronto sospesi e la notizia della prevista uscita di Getir dall’Italia. Filcams, Fisascat e Uiltucs si sono già attivate per scongiurare i licenziamenti e tentare di ridurre il più possibile l’impatto sulle lavoratrici e lavoratori. A tal fine nelle prossime ore verranno messe in campo tutte le azioni possibili in tutte le sedi che si riterranno opportune”.

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